Crollo delle nascite nelle Marche: i dati dell’Istat

Campanello d’allarme

Facciamo un salto indietro nel tempo, ma neanche tanto indietro: andiamo al 2012. Ecco immaginate che in questi dieci anni Jesi e Fabriano, due tra le più grandi città delle Marche, siano improvvisamente scomparse. E’ questa la sostanza del saldo della popolazione marchigiana in questo decennio durante il quale, tutti gli anni, abbiamo perso un comune come Camerino (circa 6.300 abitanti perduti all’anno). Insomma per passare dagli esempi teorici ai numeri concreti in dieci anni le Marche hanno perso (ora che i dati sono ufficiali) 71.000 residenti e questo nonostante un saldo positivo tra immigrazione ed emigrazione. Parliamo ovviamente di immigrazione regolare, cioè residenti di altre regioni o dall’estero, registrati che hanno scelto di risiedere da noi: nel periodo preso in esame segniamo un più 7.000 e dispari che in parte attenua il drammatico saldo negativo tra nati e morti: nel 2022, pensate 8.779 nati E 19.620 morti, il saldo naturale segna quasi meno undicimila.

Lo certifica l’istat che ha elaborato dati ancora provvisori ma affidabili. Un dato positivo però emerge: il numero dei decessi in assoluto per la prima volta negli ultimi tempi è calato: lo scorso anno sono morte 110 persone in meno del precedente (ma questo calo lo si deve soprattutto all’allentamento del problema Covid nel 22 rispetto al 21). E c’è un dato che preoccupa più di tutto: il calo della natalità in questa regione è del 4,8% rispetto alla popolazione. Pensate che la media Italiana, la peggiore in Europa è dell’1,9 per cento. Non è un campanello, ma una vera e propria campana d’allarme che dovrebbe spingere ad una seria analisi del fenomeno sotto il profilo sociale e poi ad interventi mirati prima che sia troppo tardi. Di questo passo in una ventina d’anni i marchigiani doc saranno protetti dal WWF come specie in via di estinzione.

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