Paponi, l’ex silurato che manda siluri: quell’aggancio di Giovinco, sapete da dove viene Niang?

Continua il miracolo Fermana a 180′ dalla fine, serve però continuare a vincere. Stasera si tifa Cesena per dipendere solo da se stessi. Sta accadendo qualcosa di sensazionale


Bisogna aspettare il risultato della Recanatese impegnata stasera a Cesena, sul campo della capolista. Se i leopardiani non vincessero contro la big che ha già staccato il pass per la Serie B, la Fermana avrebbe completato già il primo miracolo: quello di dipendere, a 180 minuti dal termine, solo da sé stessa. Serve però il favore dei bianconeri. Nel caso di risultato positivo per i romagnoli – che sia vittoria o pareggio – la Fermana sarebbe certa di partecipare ai playout se vincesse le ultime due gare della regular season (con Juve Under 23 e Pescara, ossi comunque durissimi…).

Insomma, è un miracolo in continua evoluzione che sta vivendo le sue “parabole” di volta in volta. Da un anno e quattro mesi i canarini non registravano 9 punti in tre partite. Son riusciti a vincere, in diciotto giorni, lo stesso numero di gare fatte proprie nelle prime trentatré giornate, mentre l’Olbia staccava la spina (sardi a -6, oramai retrocessi in D diretti) e quelle davanti – tolto l’ultimo turno con le vittorie contemporanee di Ancona e Vis Pesaro – rallentavano di netto. Adesso la Fermana si è resa conto che si può… Con la Lucchese, vincere all’ultimo secondo facendo piangere un Recchioni pregno di sentimenti, dopo aver sbagliato un rigore e essersi visti annullare un gol solo pochi minuti prima, è un segnale di quelli che fanno battere il cuore.

Ma il miracolo – e non è un caso se ripetiamo sempre questa parole – necessita ancora di altri step. Vincere tante delle prossime partite per accedere ai playout, vincerne almeno una e pareggiare l’altra per salvarsi. Lele Adani come descriverebbe tutto ciò? E pensare che siamo nelle Marche e non in Uruguay, ma c’è una città che di garra charrua ne sta avendo tantissima. Nemmeno Mosconi è sudamericano, eppure… Ci fermiamo qui. Per non parlare di Ousmane Niang, origini senegalesi ma italiano – tanto che fa minutaggio e porta soldi… -, valorizzato dal “Mosco” l’anno scorso in D ed ora eroe fermano. La fuga per la vittoria del jolly, freddissimo davanti a Chiorra come se non sentisse alcuna pressione, ha fatto crollare la laterale. Gente in visibilio, pure quelli che sottolineavano come Niang provenisse dalla…Pro Vercelli. “Sempre i soliti giri”. Come se avere dei buoni agganci e soprattutto fiuto in stile Romeo-Maggio fosse una colpa e non una clamorosa risorsa.

“Nio”, esploso nella notte perugina e poi incredibilmente accantonato, è stato ripescato da quel pazzo di Mosconi che poi, col ritorno di tutti i senatori, ha deciso di farlo partire dalla panchina con la Lucchese. Scelta sofferta, forse pure discutibile, ma poi azzeccata, visto quello che il ragazzotto che aveva tirato la carretta di recente ha combinato a tempo scaduto, sfruttando una delizia di quel Giovinco criticato – anche da noi… – ma che poi ha dimostrato di avere degli attributi enormi. Peppe, il fratello di Seba, non brillerà per condizione fisica, ma nei suoi ingressi ha determinato. Assist per Sorrentino (3-2 sul Rimini), aggancio alla Zambrotta e filtrante alla Messi per Niang (2-1 sulla Lucchese). Una esecuzione da campione, di colui che un secondo prima aveva preso una strana traiettoria di rincorsa per andare ad impattare sul penalty un pallone pesantissimo: sbagliato! Peppe non è crollato, merito anche di un tifo maturo che lo ha incitato immediatamente dal successivo corner. Un atto di fede ripagato. Ottimo pure il dosaggio dello sforzo datogli dallo staff che si è inventato una staffetta con Daniele Paponi.

Paponi. Potremo scriverci un libro. L’anconetano che da ragazzino incantava al Torneo 24 Ore di Sant’Elpidio a Mare, che ha giocato in Serie A con il Parma, che ha fatto gol in Coppa Uefa, che è andato in Canada, che poi è tornato per togliersi tante soddisfazioni in C, che poi si è fatto male al crociato nel febbraio 2023, è giunto a Fermo in estate quando la riabilitazione non era ancora finita. In una squadra oggettivamente “vecchia”, il classe ’88 a mezzo servizio sembrava una forzatura. Ha lavorato, si è rimesso in piedi, con Protti ha ottenuto delle chance e poi con lo stesso Protti ha litigato nella nefasta notte di Fermana-Vis Pesaro, in una delle parecchie figure barbine che hanno tappezzato il percorso di questa Fermana. Una Fermana rivoluzionata in venti giorni. Finito ai margini per gli screzi, “Papo” è stato riabilitato da Mosconi, esordendo tra l’altro in modo pessimo: due giornate di squalifica per proteste col Pineto. Poi, però, in otto giorni si è fatto perdonare. Stop e tiro fulmineo a Sassari per il sorpasso alla Torres, break e bomba da mille metri con la Lucchese per non farla scappare. L’ex silurato che manda siluri. Non sono segnali questi? Adesso tutti ad Alessandria, città in cui gioca la Juventus Under 23 – domenica ore 16.30 -. Ma, prima, bisogna tifare Cesena

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