Omicidio La Salle, mamma di Sohaib tra le lacrime: “Mio figlio non avrebbe potuto farle del male”

Il padre della vittima accusa in una lettera anche la famiglia di Teima. Spunta una mail di Auriane: “Da voi mi sono sentita in famiglia”. Gli avvocati difensori sono in attesa dell’estradizione

Sohaib non avrebbe potuto farle del male” sono le parole tra le lacrime di Atika, madre del 21enne italio-egiziano-marocchino residente a Fermo e attualmente detenuto in Francia accusato dell’omicidio della ex compagna Auriane Nathalie Laisne, 22enne francese, uccisa a coltellate e trovata morta in una chiesa diroccata a La Salle, in Valle d’Aosta. Un appello accorato il suo, durante la conferenza stampa di questa mattina a Fermo, che descrive un ragazzo incapace di commettere un crimine così efferato.

Eppure questo va contro quanto scritto in una lettera dal padre della vittima: “Mia figlia ha sopportato numerosi e ripetuti atti di violenza, e sequestri, anche per mano della madre del suo boia, complice del figlio, che criticava Auriane per non essere stata abbastanza gentile e obbediente”. All’unisono i due avvocati della difesa Lucia Lupi e Igor Giostra però parlano di accuse diffamatorie e calunniose e affermano di avere elementi che potrebbero togliere ogni responsabilità di Sohaib Teima nell’omidio. Elementi che però non stati acquisiti per il processo in corso in Francia.

“Comprendiamo il dolore del padre di Auriane ma queste parole non corrispondono alla realtà”, hanno detto gli avvocati Lupi e Giostra, mentre Atika, visibilmente sconvolta: “L’ho trattata come una figlia, provo dolore come se fosse morta mia figlia”.

I due legali sottolineano come Sohaib Teima si sia sempre proclamato innocente in ordine a tutti i reati che gli sono stati contestati in Francia e in Italia. “Va evidenziato – spiegano – che la famiglia di Sohaib, durante la permanenza di Auriane in Italia, ha sempre mostrato il massimo rispetto e considerazione nei suoi confronti. Queste circostanze contrastano decisamente con l’immagine che sta emergendo nei media ed è confermato da quanto dalla stessa Auriane più volte ribadito e scritto quando era in vita”. A prova di ciò ci sarebbero delle email scritte dalla ragazza. In una in particolare la 22enne scriveva a Sohaib che durante la sua permanenza nell’abitazione della famiglia dell’allora fidanzato si era sentita parte davvero della famiglia.

Riguardo al processo d’oltralpe per maltrattamenti, riteniamo che non siano state acquisite tutte le prove disponibili, un aspetto che intendiamo portare all’attenzione anche delle autorità competenti per l’omicidio. La nostra fiducia nel sistema giudiziario ci spinge a credere che, una volta
esaminate tutte le testimonianze e le prove acquisibili, emergerà chiaramente la verità. Un punto chiave della nostra difesa riguarda l’analisi dei messaggi contenuti nel telefonino di Sohaib, attualmente sotto sequestro in Francia. Confidiamo che la trascrizione di questi messaggi possa fornire prove decisive a sostegno della sua innocenza”. – continuano i legali – “Non ha fatto nulla per nascondere il fatto che fosse con Auriane prima, così come non era in fuga dopo il delitto visto che stava andando a casa dei parenti ignaro di quello che era accaduto ad Auriane“.

Un giovane di vent’anni che si ritrova improvvisamente in questa situazione non regge e, se colpevole, crolla. – afferma l’avvocato Giostra – Lui invece continua a dichiararsi innocente malgrado si trovi al centro di questa gravissima vicenda. E proprio in tal senso la condizione attuale del giovane è motivo di profonda preoccupazione per noi e per la sua famiglia”.

“Ad oggi non possiamo comunicare con il nostro assistito e facciamo appello alle autorità francesi affinché garantiscano condizioni di detenzione dignitose e rispettose dei suoi diritti. A dire della madre è stato negato alla stessa un colloquio per un ritardo di 10 minuti, e questo non appare umanamente accettabile”. 

Auspichiamo quindi che il giovane Sohaib venga estradato al più presto e che un’indagine imparziale prenda in considerazione ogni aspetto e prova disponibile seguendo ogni pista. – concludono – La nostra fiducia nella giustizia e nel diritto di Sohaib Teima ad un processo equo è salda.
Siamo pronti a collaborare con le autorità per assicurare che la verità venga alla luce e che venga fatta giustizia nell’interesse sia della giovane vittima, sia di chi oggi si trova in carcere, ingiustamente accusato dell’omicidio”.

Giada Berdini
Author: Giada Berdini

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