Mariani: “Perché non dovremmo crederci? Solo perché ci chiamiamo Montefano?”

ECCELLENZA – Il tecnico esce allo scoperto: “Siamo qui e ci divertiamo, se andrà festeggeremo, altrimenti sarà stata una grande avventura”

Se il tecnico della Maceratese Ruani è arrabbiatissimo per risultato e dinamiche nella sconfitta della sua Maceratese (LEGGI QUI), dall’altra parte è di tutt’altro umore Nico Mariani, con il suo volto che mostra tutta la gioia e la soddisfazione per la vittoria ottenuta che lancia i viola al primo posto solitario in classifica: “Innanzitutto la partita è stata condizionata dall’espulsione iniziale, che poi alla fine non è detto che ti avvantaggi, perché sapevamo che sarebbe stata una partita equilibrata, decisa da un episodio, dato che affrontavamo una squadra forte in uno stadio importante. Siamo stati ordinati facendo quello che dovevamo fare, soffrendo quando c’era da soffrire. Mi è dispiaciuto un po’ l’atteggiamento nel secondo tempo, perché dovevamo fare meglio concedendo due palle che non dobbiamo concedere. Siamo contenti e voglio fare una dedica particolare per i ragazzi che oggi non sono andati neanche in panchina, sedendosi in tribuna, chi per squalifica, chi per scelta tecnica e la vittoria va dedicata a loro, perché soffrono sempre”.

“È una vittoria del gruppo, da noi fino al presidente, passando per il magazziniere – continua Mariani – Abbiamo degli splendidi tifosi perché vedere un paese di tremila e trecento persone e tutta questa gente allo stadio è una cosa incredibile. Ma perché non ci dobbiamo credere? Perché ci chiamiamo Montefano?. Abbiamo una società organizzatissima, un ambiente bellissimo e una serenità incredibile. Noi ci proviamo e se va bene saremo tutti ultra felici e festeggeremo, se non dovesse andare bene è stata un’esperienza incredibile, come l’anno scorso dove abbiamo disputato i playoff. Quest’anno siamo lì e ci proviamo. Siamo contentissimi, ma rimaniamo umili, io in primis, con la convinzione che il lavoro e i sacrifici ti portano a qualcosa di importante”.

Author: Nicolò Ottaviani