Il presidente reagisce così alle critiche dei tifosi dopo la retrocessione dalla Promozione e due anni deludenti con l’appoggio della Monterubbianese
La parola al presidente della Sangiorgese Monterubbianese Andrea Zega, duramente apostrofato dai tifosi nerazzurri con note e striscioni appesi in città (RILEGGI QUI). La retrocessione in Prima Categoria ha fatto male. “Sono passati alcuni giorni dalla partita che ha sancito non solo una sconfitta sul campo, ma anche, purtroppo, la retrocessione della nostra prima squadra – si è letto in una lunga nota firmata da Zega stesso -. Una conclusione amara di una stagione complessa, difficile, vissuta sotto gli occhi di tutti. Nel corso dell’anno, abbiamo cercato in ogni modo di raddrizzare la rotta: attraverso il mercato, inserendo nuovi innesti, e coinvolgendo figure apicali con l’obiettivo di riportare serenità e solidità nell’ambiente. Purtroppo, il tempo ha dimostrato che questi tentativi non sono stati sufficienti”.
“Oggi, come presidente della Sangiorgese Monterubbianese, rompo il silenzio per esprimere la mia profonda delusione per una stagione che avrebbe dovuto e potuto prendere tutt’altra direzione. Ma è anche il momento di guardare avanti, con la consapevolezza che la Sangiorgese è un bene collettivo, della città e della sua comunità, e non di una sola persona. Ho letto e ascoltato le polemiche da parte della nostra tifoseria, che ha scelto di manifestare il proprio dissenso anche in maniera aspra nei confronti della mia persona. Mi preme sottolineare che, così facendo, si colpisce l’immagine della società tutta e non solo il presidente pro tempore. Io resto, e sono sempre stato, al servizio di questa realtà sportiva. Con questo stesso spirito di servizio, annuncio oggi la mia totale disponibilità a favorire un passaggio di consegne: chiunque ritenga di avere le competenze, le energie e le risorse per garantire un futuro più solido e ambizioso alla Sangiorgese, troverà in me un interlocutore aperto, pronto anche a fare un passo indietro, se ciò potrà dare nuova linfa al progetto”.
“Sappiamo tutti quanto sia difficile trovare investitori nel panorama sportivo attuale. Ma l’unione tra Sangiorgese e Monterubbianese è nata proprio per dare una prospettiva diversa, più forte, alla nostra realtà calcistica, e questo spirito di collaborazione deve rimanere anche oggi. I tifosi hanno visto in me un ostacolo. Scopriranno che stavano inseguendo un fantasma. La mia disponibilità al dialogo è piena e concreta. Tuttavia, è doveroso essere chiari: se entro il mese di luglio nessuno si farà avanti con un progetto serio e sostenibile per guidare la prima squadra, saremo costretti, nostro malgrado, a prendere decisioni drastiche e dolorose fino anche a pensare di non iscrivere la Sangiorgese al prossimo campionato di 1ª categoria e focalizzarci sempre di più sul nostro settore giovanile oggi fiore all’occhiello del territorio. Una scelta responsabile, nel rispetto delle preoccupazioni manifestate anche dalla tifoseria sul livello qualitativo del progetto tecnico”.
“Ricordo di aver preso la Sangiorgese in 1ª categoria, piena di debiti lasciati da fantomatici imprenditori svizzeri ai quali si mettevano le sciarpe al collo, senza un campo di gioco e senza settore giovanile. Oggi la categoria e’ la stessa, la squadra ha un centro sportivo , e un settore giovanile riconosciuto a livello federale come unica scuola calcio Elite della provincia. Nonostante le difficoltà e le divergenze, voglio concludere ringraziando di cuore lo staff tecnico, gli allenatori, i giocatori e la dirigenza della vecchia Monterubbianese per il costante supporto e per l’impegno che non è mai venuto meno. Adesso è tempo di voltare pagina. Con lucidità, coraggio e amore per questi colori”.
