La Polizia sollecita le vittime a denunciare: “C’è un’alternativa”
Nella giornata di ieri al termine dell’attività investigativa, espletata dalla Polizia di Stato del Commissariato di Jesi, alla guida del Dirigente Vice Questore Dr Paolo Arena, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, veniva data esecuzione all’ordinanza emessa dal Gip del medesimo Tribunale del divieto di avvicinamento alla persona offesa ed a tutti i luoghi dalla stessa frequentati, mantenendosi ad una distanza di almeno 1000 metri, con applicazione del braccialetto elettronico nei confronti di un 34enne jesino per i presunti atti persecutori perpetrati nei confronti della ex convivente.
L’uomo, per le sue condotte aggressive e morbose sfociate anche in percosse era già stato sottoposto nell’ottobre 2024 a tale misura, poi revocata per un ritorno affettivo con la partner. Tuttavia, la situazione di violenza persecutoria, dopo poco tempo si è ripresentata. Da qui, la nuova adozione della misura.
All’indomani della manifestazione jesina in centro storico contro ogni forma di violenza di genere, la Polizia di Stato del Commissariato, sollecita le vittime di reati in tema di violenza domestica a non soprassedere né sottovalutare i fatti, a confidare nell’operato delle forze di Polizia, denunciando i fatti, ponendo così fine alle vessazioni fisiche e psicologiche tenute nascoste per troppo tempo per paura del giudizio altrui. “C’è una possibilità di scelta, c’è un’alternativa: riporre piena fiducia nell’azione tempestiva e risolutiva della Polizia di Stato in piena condivisione con la Procura, recuperando quella libertà ed autostima perduta nel tempo”.
