ECCELLENZA – In vista del derby di domenica dieci domande per i due tecnici
Nella settimana del derby tra Azzurra Colli e Atletico Ascoli, in programma domenica alle ore 16 al “Colle Vaccaro” e in diretta su TVRS (Canale 13), abbiamo parlato con i due allenatori, Nico Stallone e Sergio Pirozzi. Vi proponiamo la nostra intervista doppia.
Come sta la squadra?
S: Male (ride, ndr). Bene perché è in costante crescita e in salute, male perché purtroppo abbiamo mezza squadra fuori per infortuni e squalifiche.
P: La squadra sta bene ma stava bene anche prima. Era giusto in crisi di risultati ma c’è stato un grande lavoro fatto dal tecnico che c’era prima. La vittoria ha aiutato.
L’obiettivo stagionale potrebbe ancora essere centrato?
S: L’obiettivo era fare un campionato tranquillo valorizzando i giovani del vivaio, lo abbiamo fatto perché 5-6 giocatori sono stati convocati in Rappresentativa. La salvezza anche è stata raggiunta ed è ovvio poi che si voleva arrivare ai playoff. L’obiettivo finale è raggiungibile ma non ancora raggiunto.
P: Penso a gara su gara, il campionato è totalmente equilibrato. Oggi parlare di obiettivi con una classifica così corta sembra paradossale ma è prematuro. Mancano tre gare e le faremo al massimo, ci tengo a dire che le faremo con serenità, senza assilli e paure.
Calcio e uomini di politica. Com’è il connubio tra le due figure?
S: Per me sono due passioni, più che politica la chiamerò amministrazione della città. Ci sono nato con le scarpette e la maglietta da calcio. Ho dovuto abbandonare appena eletto per portare avanti i programmi della nuova amministrazione. Due anni e mezzo senza calcio sono stati tanti e mi sono accorto che le passioni non vanno mai abbandonate. Ora, a costo di lavorare 24 ore al giorno, non la lascerò più. Stare senza calcio mi fa sentire troppo male. Per l’amministrazione è un senso di valore per migliorare la città.
P: Come ho detto io ho lasciato la politica, non mi sono ricandidato da nessuna parte perché avevo bisogno del calcio, non riuscivo a stare senza la mia passione. Nella politica ho vissuto sia la crescita bella che esperienze brutte.
La prima cosa che pensi quando ti dicono la parola “Azzurra Colli” /“Atletico Ascoli”.
S: Se mi si dice Azzurra Colli penso a qualcosa di gioioso, bello, un qualcosa che mi ha ridato il gusto di allenare.
P: Nella parola Atletico Ascoli c’è Ascoli. I colori fanno parte della mia vita, del passato, rafforzato da note vicende. Poi è anche un bel nome, diciamocelo.
Cosa ti aspetti dal derby di domenica?
S: Mi sarebbe piaciuto affrontarlo nelle stesse condizioni, però ho un gruppo che ha già fatto tanti miracoli e spero ne possa fare un altro.
P: Una bella partita tra due squadre che stanno bene in classifica, mi verrebbe da dire una partita giusta. Una partita di calcio, che sia un giorno di passione e correttezza. Poi vinca il migliore.
Ne hai giocati altri da allenatore in carriera? Com’è andata?
S: Lo score è stato abbastanza positivo però un derby è una partita a se. In particolare parliamo di due squadre che hanno fatto un ottimo campionato e mi permetto di dire che in queste domeniche la partita è aperta a qualsiasi risultato.
P: Da allenatore di derby veri non ne ho giocati. Per derby intendo stracittadine. Da giocatore qualcosa sì. Come sono andati? Diciamo, ecco, li ho giocati (ride, ndr).
Il tuo gesto scaramantico che farai prima del derby?
S: Più che gesto scaramantico è religioso, faccio tre volte il segno della croce prima di entrare in campo.
P: No ma io sono un uomo fortunato perché, a differenza di tanti miei concittadini che non ci sono più, io sono vivo. Per il resto io sono felice di quello che ho, l’importante è essere felici.
Se vinco il derby prometto che…
S: Prometto qualunque cosa, sono un po’ disposto a quasi tutto per poterlo vincere.
P: Non possono promettere niente, mancano ancora tre partite in una classifica talmente corta in cui è impossibile pensare a cose del genere.
Chi vincerà il campionato di Eccellenza?
S: A questo punto l’Atletico Ascoli. Una squadra che è stata sempre al comando, avendo delle difficoltà come le abbiamo avute tutti noi, ha però dimostrato il valore stando lì sopra da sempre. L’avvicendamento in panchina può essere una scossa vincente che si compone insieme alla forza economica della società e la grande qualità tecnica dei giocatori. Il carisma darà qualcosa in più.
P: Non si può dire. Negli altri gironi la prima in classifica ha una media di 2 punti a partita, qui è molto più bassa. Si capisce che dire chi vincerà è impossibile.
Al mio collega allenatore che affronterò domenica dico che..
S: Dico che lo stimo, lo apprezzo come uomo e come allenatore per quello che ha fatto nella vita da Sindaco per il suo popolo e anche quello che ha fatto ad Ascoli nel mondo giovanile lasciando un gran bel lavoro. Sicuramente un uomo che sa cosa vuol dire reagire e rispondere alle avversità con i fatti e rimboccarsi le maniche.
P: Con lui ci conosciamo al di fuori del calcio. C’è un rispetto reciproco. Ognuno cercherà di fare la propria gara ma per quello che siamo e la nostra storia, ci rispettiamo. Non ci può essere alcun contrasto.
