di Gioele Pincini
Oltre 300 partecipanti e centinaia di esami per promuovere salute e benessere: il bilancio della prima edizione dell’iniziativa dell’Ateneo urbinate.
A dimostrazione che la voglia di stare bene è più forte dell’inerzia quotidiana, l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo ha tracciato un bilancio positivo della prima edizione di “We Care – Giornata contro la sedentarietà”, progetto finanziato con fondi della Terza Missione e patrocinato dalla Società Italiana di Scienze Motorie e Sportive.
L’iniziativa, che ha coinvolto non solo studenti e studentesse ma anche numerosi cittadini e cittadine del territorio, ha fatto registrare numeri di tutto rispetto: 321 iscritti e una partecipazione attiva a ben 16 lezioni teoriche e 18 attività motorie. A questi si aggiungono 72 valutazioni ecografiche, 41 elettrocardiogrammi, 36 esami della composizione corporea e 82 test funzionali motorio-sportivi, tutti gratuiti e svolti da specialisti del Dipartimento di Scienze Biomolecolari.
“L’iniziativa – spiega il prof. Fabrizio Perroni, responsabile dell’organizzazione – ha dimostrato quanto sia sentita l’esigenza di prendersi cura di sé. La risposta del pubblico ha superato le aspettative, grazie alla qualità delle proposte e all’efficacia delle ricerche condotte dal nostro Ateneo. L’obiettivo era stimolare le persone a una maggiore consapevolezza sul valore del movimento: missione riuscita”.
Un presidio culturale per la salute
Soddisfatto anche il prof. Piero Sestili, presidente della Scuola di Scienze Motorie: “Questi dati confermano la vitalità del rapporto tra università e territorio. La nostra Scuola è da sempre un punto di riferimento per chi intende lo sport e l’attività motoria non solo come performance ma anche come cultura del benessere e della prevenzione”.
Un concetto rafforzato dalle parole del prof. Marco Rocchi, direttore del Dipartimento di Scienze Biomolecolari: “Le malattie non trasmissibili, come quelle cardiovascolari, causano il 74% dei decessi globali. La prevenzione parte dalla conoscenza e dal movimento. Con We Care, abbiamo intercettato un bisogno profondo e crescente: trovare tempo e spazio per la cura di sé. È da qui che si costruisce salute, giorno dopo giorno”.
Verso una cittadinanza attiva
L’evento “We Care” non è stato solo un momento di sensibilizzazione, ma ha rappresentato un modello concreto di interazione fra università e cittadinanza, nel solco delle buone pratiche della Terza Missione. L’ampia adesione dimostra come la cultura della salute, se promossa in modo competente e accessibile, possa davvero generare partecipazione e cambiamento.
In un tempo in cui la sedentarietà è tra i fattori di rischio più trascurati e al contempo più pericolosi, esperienze come questa indicano con chiarezza una direzione: fare rete per promuovere benessere, prevenzione e responsabilità sociale.
