Sabato, nella splendida cornice dello stadio Bianchelli di Senigallia, si è disputata la finale di Coppa Italia Eccellenza. A contendersi l’ambito trofeo due piccole ma importanti realtà del nostro calcio come Urbania e Chiesanuova. Nonostante non abbiano numeri da capogiro, le due tifoserie hanno colorato l’impianto di biancorosso regalando un bel colpo d’occhio. La gara è stata equilibrata e intensa tra due squadre forti come ci si aspettava alla vigilia e dove solo un episodio la poteva decidere. E così è stato. Alla fine a spuntarla con merito è stata l’Urbania che ci ha creduto di più volendo la vittoria a tutti i costi. Bianchelli di Senigallia che dunque porta bene ai durantini che già nel 2008/2009 avevano alzato al cielo la Coppa Italia Promozione nella finale contro la Fermana e quindici anni dopo tornano a gioire sullo stesso campo per un traguardo storico. Un successo frutto dell’ottimo lavoro svolto dalla società durantina con a capo il presidente Jacopo Sansuini e dal direttore sportivo Stefano Maggi, bravo a costruire in estate una squadra forte e completa in tutti i reparti, anche sotto il lato under (vedi Scarcella proveniente dalla Calabria), affidando poi la panchina a un tecnico valido e sapiente come Simone Lilli. Un 4-3-1-2 quello del tecnico fanese, ben collaudato, con la squadra che sviluppa un ottimo gioco e mette in campo grande intensità. Le chiavi tattiche di sabato? In primis la difesa, con Dal Compare e Paoli davvero impeccabili che hanno dato la dimostrazione di essere una delle coppie difensive più forti del campionato. La seconda Farias che sulla sinistra cercato costantemente ha fatto il bello e cattivo tempo. Catena di sinistra, lato debole degli avversari e non a caso il goal partita nascerà proprio da quella parte con proprio Farias a dare il via all’azione. La terza è stata l’ingresso di Nunez. Un cambio coraggioso che ha aumentato il peso in area di rigore con un attaccante in più e dato un messaggio chiaro ai suoi: “Andiamo a vincerla”. Ora la fase nazionale per alimentare un sogno chiamato Serie D, con l’Urbania che ha tutte le carte in regola per arrivare in fondo. Il primo ostacolo sul cammino dei durantini sarà il Sansepolcro o il Cannara.
Lato Chiesanuova amarezza per la sconfitta, ma con la consapevolezza di aver fatto il massimo e aver dato un ulteriore dimostrazione della propria forza. È anche vero però che la squadra di Mobili è sembrata in calo e un po’ svuotata mentalmente nelle ultime gare e questa impressione si è avuta anche sabato con i biancorossi che non hanno azzannato il match come il loro solito. Il Chiesanuova ha disputato una partita di contenimento e attenzione in fase difensiva. Sulle scelte qualcosa da rivedere: Sfasciabasti ammonito fuori ruolo, ha fatto una fatica tremenda da terzino destro e forse andava sostituito prima. È rimasto in campo e ha avuto le sue colpe nell’azione del goal da dividere con l’intera retroguardia che si è fatta bucare con troppa facilità. Secondo Sbarbati è stato lasciato troppo solo davanti alla mercè dei difensori avversari e in tal senso ha pesato come un macigno il supporto di Persiani squalificato. E poi c’è la questione Mongiello, che dovendo fare un lavoro dispendioso in fase difensiva non proprio congeniale alle sue caratteristiche, perde incisività e lucidità in avanti, dove un giocatore con le sue qualità fa la differenza. Una mossa sicuramente discutibile, specialmente in partite chiuse e importanti come queste, dove calciatori del suo calibro possono fare la differenza negli ultimi sedici metri e farti vincere la partita. Ora testa al campionato e al primo impegno del 2025 con l’Atletico Mariner.