La tragedia lo scorso 5 aprile alla Polver
Una Chiesa gremita, questa mattina, per l’ultimo saluto a Giacomo Cesaretti, il 27enne morto sul lavoro, schiacciato da un macchinario all’azienda di verniciature Polver, lo scorso 5 aprile (LEGGI QUI).
Alla Grande Madre di Dio, a Fano, c’erano tanti amici e conoscenti, a stringersi attorno alla famiglia. “Cesa vive” era il refrain ripetuto dagli amici a fine cerimonia e la scritta comparsa sui fiori che avvolgevano il feretro. Don Francesco Londei ha ricordato che la morte è l’entrare nella gloria, che l’esperienza umana non termina nella morte. L’amore che ha donato Giacomo ha illuminato la nostra vita, che la luce guidi il nostro cammino. C’era anche don Gianni, il parroco di Roncosanbaccio, la zona dove era di casa “Cesa”.
Giacomo era un ragazzo allegro e solare, sempre positivo nonostante le enormi avversità, come la scomparsa del papà. Era un ragazzo dai sani principi, molto legato alla mamma e al fratello di due anni più piccolo. Amava la musica e lo sport. Da piccolo, si era dedicato con successo allo Judo. Ma da grande il suo cuore era per il pallone. Gli amici vorrebbero che gli fosse intitolata la pista di pattinaggio del Poderino, tempio di tanti ricordi gioiosi condivisi con l’amico che non c’è più.