Il racconto di Isabella: “In modo silenzioso lo ha salvato, sono convinta. Voleva proteggere tutti ma non lo ha fatto con se stessa”. Il 17 settembre l’autospia. Il movente dell’omicidio ancora non è chiaro. L’avvocato Asole (difensore) parla di raptus omicida
Una storia forse marginale a quanto accaduto lo scorso 6 settembre ad Ana Cristina Correia Duarte, vittima del femminicidio avvenuto in provincia di Pesaro. Ma sicuramente una storia di abbandono che si aggiunge a quella di violenza nascosta dalla 38enne uccisa a coltellate dal marito davanti ai loro tre figli. Questa è la storia raccontata da Isabella, una giovane sarda che gestisce “Il piccolo ranch sardo“, in cui soccorre, accudirse, fa adottare cani, gatti e altri animali.
“Quasi 3 anni fa abbiamo conosciuto Ana, una bellissima donna, molto dolce. Noi eravamo alle prime armi con le nostre prime adozioni: avevamo un cucciolata di 9 pitbull/cane corso, lei ci aveva contattate, aveva tre meravigliosi bambini e da poco aveva perso la sua cagnolina. All’inizio eravamo titubanti ma poi mi aveva conquistata la sua dolcezza”. Ana, insieme alla sua famiglia, aveva vissuto a Porto Torres, in Sardegna, prima di trasferirsi nelle Marche e lì avevano adottato il loro amato cane Max.
“Preso Max mi mandava tante foto insieme a lui, a volte era difficile da rintracciare, lo ammetto, – continua Isabella – ma ogni volta era una gioia vederli insieme. Max era tanto amato, lo teneva come un figlio. Facevano tante cose insieme e Max cresceva felice. Ma Ana seppur sempre solare in ogni sua foto aveva tanto male dentro”.
Poi a novembre 2023 è successo qualcosa che ha cambiato questa parentesi di gioia e amore nella vita di Ana: “Intorno al novembre scorso vengo contattata dai barracelli di Sorso, in provincia di Sassari – continua Isabella -: un cane risultava abbandonato ed erano risaliti a me”. Quel cane era Max.
“Io contatto subito Ana ma lei visualizza e non risponde. Dopo alcuni messaggi sparisce, spariscono tutti i suoi profili social e anche il numero di telefono. Non risultava più essere residente in Sardegna ma nessuno sapeva dove fosse”. Max era stato ritrovato da un signore nelle campagne di Sorso. Tramite il microcip le guardia baracellari erano risalite a Isabella che risultava la proprietaria. Ana non aveva mai firmato il passaggio di proprietà e per questo Isabella rischiava una multa e un processo.
Ad anno dall’accaduto Isabella ha ricevuto la tragica notizia della morte di Ana: “Non abbiamo molte parole per descrivere ciò che proviamo, dolore misto a rabbia. Invece di cercare aiuto per sè stessa, in modo silenzioso ha salvato il suo cane Max, ne sono convinta. – dice Isabella – E’ sparita perché ha avuto paura. Voleva proteggere tutti ma non lo ha fatto con se stessa. Mi dispiace per essermi arrabbiata con lei quando ho scoperto di Max, ma se solo avessi saputo, se solo avessi immaginato sarei corsa da lei e avrei fatto di tutto per cercare di aiutarla. Non riuscivo a capire perché così tanto amore si era tramutato in abbandono, non potevo crederci perché i video e le foto parlavano solo d’amore. Ora capisco che se fosse stato con te sarebbe morto con te perché ti avrebbe protetta, oppure il tuo carnefice ti ha tolto anche quel briciolo d’amore che ti dava Max e quindi l’ha abbandonato lui stesso”.
Tante domande a cui non avremo mai risposta. “Vola in alto Ana, finalmente libera da qualsiasi violenza. – conclude Isabella – Stai accanto al tuo Max da lassù, aiutalo, aiutaci a fargli trovare di nuovo quell’amore che tu gli hai dato, una famiglia per sempre“.
Il movente dell’omicidio rimane ancora poco chiaro. Si è parlato di gelosia e del tentativo da parte di Di Levrano di ricattare la moglie minacciando di portarle via i tre figli. Tuttavia, l’avvocato Asole sottolinea che si tratterebbe di un delitto d’impeto, scaturito da un episodio chiave che avrebbe scatenato il raptus omicida. Il 17 settembre è prevista l’autopsia sul corpo di Ana Cristina.
Negli ultimi anni, aveva confidato alle sue amiche e colleghe di lavoro le difficoltà coniugali e i tentativi di porre fine a una relazione che era diventata insostenibile. Tuttavia, nonostante la consapevolezza della tossicità del legame, Ana continuava a ripetere di non avere paura e di essere in grado di difendersi. Purtroppo, la 38enne non è riuscita a sottrarsi a quel destino tragico.
(CLICCA QUI PER INFORMAZIONE SULL’ADOZIONE DI MAX)