“Tutti contro il nuovo ospedale a Ragnola”, l’affondo di “Questione Natura”

“Con la realizzazione della struttura si continuerebbe a distruggere il territorio”

L’Associazione Questione Natura interviene sulla realizzazione del nuovo ospedale nel quartiere Ragnola di Porto d’Ascoli. “Sorge il dubbio – l’incipit del presidente di “Questione Natura” Roberto Cameli – riguardo l’attuale amministrazione: vogliono abbattere i pini di via Mare perché durante un’assemblea del quartiere, alla quale ha partecipato una quarantina di persone, la maggioranza dei presenti  si è espressa per l’abbattimento.

Vogliono costruire l’ospedale a Ragnola nonostante gli oltre 50 presenti durante l’assemblea del quartiere si siano espressi in forte maggioranza contro quest’ipotesi sbagliata, che continuerebbe a distruggere il territorio sambenedettese”.

L’affondo: “La conclusione è: ditelo che volete fare quello che vi pare, infischiandovene della realtà del territorio, della volontà dei cittadini e i loro bisogni”.

“No” a Ragnola. “L’opzione dell’ospedale in zona Ragnola è un’ipotesi che accontenta solo l’amministrazione in questione – ancora Cameli – e trova tutti contrari. I dubbi che sorgono sono tanti e ci auguriamo che l’amministrazione incominci ad ascoltare i bisogni e le volontà dei suoi cittadini, ricordando loro che sono in comune per servirci, servire il popolo. Lottiamo insieme per salvare San Benedetto del Tronto”.

Il presidente di “Questione Natura” espone i tre motivi principali per il “no” a Ragnola: “A. Nella città più cementificata delle Marche quegli spazi verdi devono inevitabilmente diventare il polmone verde cuore della cittadina e vanno riempiti di essenze arboree.
B. Ci sono una scuola superiore e un asilo in zona, i bambini e i ragazzi devono sentire un continuo viavai di ambulanze mentre l’insegnante spiega e, affacciandosi dalla finestra, avere un enorme e grigio blocco di cemento invece che un bel parco di cui potere usufruire?
C. La zona vive già problemi per il traffico, con un viavai indescrivibile. Con l’ospedale diventerebbe da “quartiere tranquillo” ad “inferno a cielo aperto”.

 

Insiste Cameli: “Noi siamo i giovani, il futuro del nostro territorio, e abbiamo una chiara idea della direzione che le cose devono prendere. Preghiamo gli adulti – conclude il giovane ambientalista – di non finire di distruggere quel poco che c’è rimasto, in mani nostre sarà al sicuro. Riflettiamo insieme e difendiamo il territorio”.

Franco Cameli
Author: Franco Cameli

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