Dopo la retrocessione in A2, i tifosi della Vuelle sperano in una pronta risalita. Con facce nuove
Una luce che si spegne, una lenta agonia e, dopo tanti anni a correre rischi, ecco la (per alcuni annunciata) retrocessione. Il 5 maggio 2024 è stato un giorno molto triste per la Pesaro cestistica, ma anche dal panorama nazionale sono arrivati messaggi di vicinanza, sostegno e auguri di una pronta risalita. La Carpegna Prosciutto è scesa in Serie A2 al termine di una stagione costellata di errori. Per la prima volta dal 2006, nel prossimo campionato le Marche non avranno una rappresentante in Serie A. E’ solo la terza volta che accade negli ultimi 46 anni. L’ultima retrocessione in A2 della gloriosa Vuelle era datata 1998, poi c’è stata la risalita in Serie A acquistando i diritti da Gorizia. E ancora il fallimento del 2005 con una ripartenza col botto e due promozioni consecutive. La speranza è quella di ripartire con slancio e disputare un campionato scoppiettante. Si vuole voltare pagina e sarebbe già pronto un nuovo presidente, un imprenditore già dentro il Consorzio Pesaro Basket. La speranza è che possa proseguire il percorso il main sponsor Carpegna Prosciutto. Tra i tifosi c’è scoramento, ma anche rabbia, delusione. Ciò che non manca è la passione e perdere i 6mila della Vitrifrigo Arena sarebbe la sconfitta più grande.
“Secondo il mio parere bisognava fin da subito fare di tutto per costruire una squadra all’altezza per centrare almeno l’obbiettivo salvezza – l’opinione di Lorenzo Cortiglioni -. Chi mi conosce bene sa che, alla fine della campagna acquisti straniera, avevo espresso subito le mie perplessità e paure. Non puoi non avere in squadra almeno due buoni Usa che sappiano fare la differenza come McDuffie e Foreman per esempio. Per il futuro spero si cominci quanto prima a programmare e mettere le cose in chiaro perché, se si vuole pensare di fare un campionato di vertice per provare subito a risalire, occorre fermare subito gli italiani liberi migliori e questo lo si può fare solo avendo un budget adeguato ed un progetto serio. Forza Pesaro”. Andrea Cinciarini è l’uomo, il pesarese, dal quale la gente vorrebbe ripartire, magari assieme ai giovani del settore giovanile. Paradossalmente, ma non troppo, il vivaio va forte: i ragazzi dell’Under 19 Eccellenza si sono classificati terzi alle finali nazionali.
“Dopo aver rifondato il nostro gruppo di <vecchi diavoli> sotto il nome di <tradizione ultras 1975> visto che è da quella data che seguiamo la Vuelle, ci eravamo accorti sin da subito che la costruzione del roster non era all’altezza per disputare un tranquillo campionato di A, considerando poi il fatto che si veniva da due anni e mezzo buoni. Si pensava di vedere anche in questa annata una squadra all’altezza di una città “baskettara” come la nostra – sostiene Roberto Tomassoli -. Vista la nostra maturità dovuta soprattutto dall’età, si era deciso di non contestare apertamente società e squadra come succedeva negli anni passati (per assurdo si era contestato anche il Vate nell’anno dello scudetto). Ci eravamo accorti che il club aveva sbagliato allenatore e stranieri, più di una volta abbiamo chiesto e ottenuto degli incontri con alcuni esponenti della società per farlo notare. Uno era stato un ottimo giocatore in passato ma purtroppo fisicamente non era a posto, uno addirittura aveva passato le visite pur avendo tre ernie… Abbiamo sempre fatto presente questo ai dirigenti che ci avevano assicurato che avrebbero rimediato a tutti gli errori confermando che ce n’erano stati. Purtroppo le nuove scelte sono state fatte sempre su giocatori o coach assolutamente inadeguati per una formazione di A. E così la tanto agognata A2 che qualcuno in società in piena campagna abbonamenti aveva visto come una concreta possibilità si è avverata. Nel mondo del lavoro, quando un responsabile o un dipendente di una impresa sbaglia ne deve pagare le conseguenze. Noi tifosi di vecchia data ci auguriamo una nuova società con presidente e dirigenti capaci di ricreare entusiasmi ormai sopiti che diano ad una basket city come la nostra una squadra che, una volta ritornata in A, ricominci a ottenere risultati all’altezza dopo dieci anni di sofferenza e patemi”. Massimiliano Belegni ci ha detto: “La retrocessione è stato un colpo durissimo da mandar giù per tutti (non solo i tifosi, ma anche per squadra, società, staff tecnico, dirigenziale e consorziati) perché ad inizio stagione non ci si aspettava neanche lontanamente uno scenario del genere, ma l’obiettivo da adesso in poi sarà quello di rialzare la testa e cercare di ripartire per tornare il prima possibile nella categoria che ci appartiene di diritto, ossia la Serie A! Sul futuro, io sono ottimista perché in queste prime settimane post-retrocessione che non saranno per niente semplici dovremo stare più che mai vicini alla società, ci dovrà essere un supporto totale e, se le cose andranno in questa direzione, sono più che sicuro che il prossimo anno ne vedremo delle belle e ci divertiremo parecchio”. “La retrocessione è amara per tutti, non essere più nel gotha del basket è un danno, ma chi non cade non si rialza – ricorda Roberto Terenzi -. Se le basi sono buone per ripartire, può essere un’occasione per farlo con più energia e forza. Sicuramente la A2 non sarà facile e dispiace… Dopo tanta storia ai massimi livelli. Non ci sono rammarichi per le ultime partite, la stagione è stata compromessa tra dicembre e febbraio, quando sono arrivate sconfitte dolorose e impietose come quelle con Varese e Brindisi. Sono dispiaciuto come tutti i pesaresi e speriamo in una nuova era”.
