Da Castelfidardo alla Spagna, la formazione e le escursioni guidate che rendono la natura fruibile a tutti
di Gianmarco Gherardi
Siamo a Jesi, al Centro chinesiologico MVB, in compagnia di Matteo Volpi e Filippo Bianchelli. Con loro affrontiamo un discorso molto delicato: hanno iniziato un progetto che li ha portati ad avere molte responsabilità pesanti, perché è un’attività che si concentra sul trekking per i non vedenti, ma è aperto anche ai diversamente abili in generale. Il racconto di Matteo: “L’idea nasce a Castelfidardo, nelle Marche, dove l’Atletica Castelfidardo crea insieme a Giulia Pagoni e Michael Pellegrino questo progetto che collega direttamente l’Italia alla Spagna, dove praticamente cercano di rendere la natura, quindi la montagna, un posto sicuro e visitabile a tutti. Dunque, ringraziamo innanzitutto queste due persone che ci hanno incluso nel loro progetto; noi conoscevamo Giulia perché la seguivamo in piscina, essendo istruttori di nuoto nelle varie piscine comunali, e da lì ci ha detto se potevamo essere interessati a questo tipo di attività. Noi da amanti dello sport e della montagna abbiamo subito aderito alla proposta e quindi siamo andati in Spagna a studiare e a capire come funziona e quali sono gli ausili utilizzabili per poi accompagnare chi ha disabilità sensoriale in questi luoghi. Quello che abbiamo vissuto è stato incredibile. Uno perché, per una settimana, ho visitato un posto nuovo e le montagne che non avevo mai visto prima, e già di per sé questo è bellissimo. Inoltre, abbiamo condiviso con loro tutte le difficoltà che magari possono avere nella vita in generale, ma soprattutto in ambienti meno usuali e più particolari. In aggiunta, abbiamo iniziato a studiare la barra direzionale, un ausilio usato dagli spagnoli perché sono loro ad averla creata. Si tratta di una barra lunga 3 metri dove si posizionano tre persone, una anteriormente, una posteriormente e al centro una persona con difficoltà o con disabilità sensoriale. Da qui abbiamo iniziato a fare escursioni proprio sul campo, quindi, abbiamo visitato e siamo arrivati anche ad altitudini importanti per poterla provare. Abbiamo fatto anche studi con persone che sono anni che esercitano questa attività e che perciò aiutano persone con disabilità sensoriale a fare questi tipi di trekking. É stato qualcosa di complesso che ci ha dato una formazione per poterla poi riutilizzare ora, prevalentemente qui nelle Marche”.
Filippo, questa responsabilità è qualcosa che vi ha spaventato inizialmente e vi spaventa un po’ tuttora? Quali sono state le sensazioni quando avete iniziato un percorso così delicato? “La sensazione iniziale è stata più una sensazione di euforia, una volta invece dato il nostro ok, a quel punto abbiamo cominciato a farci delle domande, degli scrupoli, del tipo: non l’abbiamo mai fatto, saremo in grado? Saremo all’altezza della situazione, di quello che comunque richiede, oltretutto in un territorio che non conoscevamo? Quindi un po’ di timore iniziale c’era! Però ha funzionato tutto, perché la settimana in Spagna è stata molto piacevole e interessante, non ci siamo mai sentiti fuori luogo e questo per noi era importante, ma soprattutto per le persone che accompagnavamo. Dunque, essere sicuri di sé stessi è importante anche per trasmetterlo alle persone che accompagni, dato che loro in quel caso si stanno affidando completamente a te, non avendo il senso forse più importante per orientarsi, la vista. Abbiamo fatto molte esperienze pratiche, ma anche tantissima teoria che ci ha aiutato a formarci. Da aprile il progetto continua nel territorio marchigiano, al momento in programma ci sono 5 uscite, una per ogni provincia della regione Marche. Sono state fatte arrivare dalla Spagna 3 barre direzionali, quindi in questo momento sono in grado di portare con loro fino a 3, 4, 5 persone in base alla disabilità, dipende dal fatto che si tratti di ipovedenti o non vedenti, ma l’accesso è aperto a tutte le persone con diverse disabilità sensoriali. A partire da metà maggio e per tutta la durata dell’estate, ci saranno almeno 4 uscite e dopodiché, ci sarà un’altra mobilità sempre in Spagna nella Asturie che quest’anno sarà ad agosto, a cui noi non parteciperemo, perché daremo la possibilità ad altre persone interessate di formarsi, in modo da essere sempre di più e da poter gestire e soddisfare sempre al meglio le richieste, dato che è necessaria una guida di supporto per poter andare in montagna”.


