Presentato a Circonomia 2025 il rapporto “ecologia differenziata”
Immaginando la transizione ecologica come una maratona tra regioni italiane, le Marche sono nel “plotone di testa”, seconde alle spalle soltanto del Trentino Alto Adige. Alla luce degli obiettivi europei da raggiungere entro il 2030 — dalla riduzione delle emissioni di gas serra all’aumento delle energie rinnovabili, fino al miglioramento dell’efficienza energetica — la performance delle Marche si segnala per capacità di anticipare i cambiamenti.
Questo quanto emerge dal secondo Rapporto sull’indice di circolarità nelle regioni italiane elaborato in vista della decima edizione di Circonomia in programma ad Alba dal 22 al 24 maggio.
Le Marche sono l’unica regione che si posiziona tra le prime cinque in tutti i sub ranking e che sul maggior numero di indicatori, il 77%, ha una prestazione migliore della media nazionale confermandosi un modello virtuoso italiano. È infatti una delle più industrializzate d’Italia, con un valore aggiunto manifatturiero pro-capite inferiore solo a Emilia, Veneto, Friuli e Lombardia.
Inoltre, nonostante la regione presenti un’economia largamente manifatturiera, dunque ad elevata intensità di materia, i consumi interni di materia delle Marche sono tra i cinque più bassi in Italia sia come dato pro-capite (6,6 t/ab) sia per unità di Pil (246 t per M€ Pil).
Ancora, nelle Marche dove pure il clima è meno mite che in molte regioni meridionali, i consumi energetici finali pro-capite sono più bassi della media nazionale (1,7 tep/ab contro i 2 tep/ab dell’Italia), così come i consumi pro-capite di energia fossile (1,4 tep/ab contro 1,7 della media nazionale) e relativi indicatori di produttività. Come conseguenza, le Marche hanno anche un indicatore di emissione climalteranti tra i più bassi d’Italia.
Infine, le Marche hanno una delle percentuali più alte di rinnovabili sulla produzione elettrica regionale, conbuoni dati in particolare sul fotovoltaico domestico e sul risparmio energetico.
Il Rapporto è stato elaborato su un set di 30 diversi indicatori, calcolato per ogni regione italiana, che identifica alcuni dei principali caratteri distintivi dell’economia circolare e della transizione ecologica: il consumo di materia, il consumo di energia, il consumo di suolo, il contributo alla decarbonizzazione, la generazione di rifiuti e la capacità di riciclarli come materia. L’analisi ha inoltre preso in esame tutte le regioni italiane, sia singolarmente che nelle tradizionali aggregazioni (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud).
“Dal rapporto esce un’immagine dell’Italia della transizione ecologica fortemente contrastata, con regioni all’avanguardia della conversione green e altre che arrancano. – commenta Roberto Della Seta, Direttore di Circonomia – Serve uno scatto in avanti che coinvolga tutti i territori, solo così potremo essere al centro del green deal e che non solo è indispensabile per fronteggiare la crisi climatica ma è una grande occasione di innovazione tecnologica e competitività economica”.
Le differenze sono significative soprattutto tra le macro regioni: il Mezzogiorno (con un percorso differente per la Sardegna) è caratterizzato da impatti pro-capite inferiori alla media italiana e a quelle delle regioni del Nord, mentre – al contrario – più alti sono gli impatti relativi al Pil e quindi la produttività di uso delle risorse, così come generalmente sono inferiori le prestazioni sugli indicatori di risposta e di mitigazione.
Le regioni dell’Italia centrale hanno percorsi più diversificati, anche per la eterogeneità del sistema produttivo. Complessivamente si collocano sopra la media nazionale per impatti pro-capite e produttività d’uso delle risorse (con l’eccezione dell’Umbria), e per capacità di risposta e mitigazione (con la rilevante eccezione del Lazio).
Per quanto attiene alla transizione energetica invece, si collocano attorno alla media nazionale. Se invece si considera unicamente la quota delle rinnovabili sulla produzione elettrica e nel risparmio energetico pro-capite da ecobonus e super ecobonus, si trovano significativamente sopra la media nazionale.

