Tolentino, la stella di Jim Hall brilla ancora grazie all’omaggio di Bernstein e Di Leone

Sul palco anche due musicisti di grande spicco come il bassista Deidda e il batterista Watson

Debutto in grande stile lo scorso giovedì al Politeama di Tolentino per il progetto “To Jim Hall” che ha visto sul palco Peter Bernstein, mito della chitarra jazz di fama mondiale, gemellato con Guido Di Leone, ideatore del tributo; a completare la band due musicisti di grande spicco come il bassista Dario Deidda e il batterista Andy Watson.

 

Sin dalle prime note il quartetto di brillanti fuoriclasse ha catturato l’attenzione del pubblico che è rimasto ipnotizzato per tutta la performance dal flusso scorrevole delle improvvisazioni e dalle sonorità equilibrate ed avvolgenti. Nel programma proposto, incentrato quasi completamente su composizioni di Hall, hanno trovato spazio i brani più rappresentativi del suo repertorio a partire da “Two’s Blues” inciso con Ron Carter, Chet Baker e Paul Desmond nell’album “Concierto” passando da “Bon Ami” tratto da “Dialogues” (con Watson anche allora alla batteria) fino al celebre “Waltz New”, jazz contrafact dello standard “Someday My Prince Will Come”. Prima data di un tour che porterà il gruppo in tutta la penisola ed ultimo appuntamento del cartellone allestito in collaborazione con l’Associazione Tolentino Jazz, “To Jim Hall” ha messo in luce affinità stilistiche e sapiente rilettura del raffinato lirismo del chitarrista scomparso nel 2013; Peter Bernstein, il cui talento fu scoperto proprio da Hall, non ha deluso le aspettative ed ha regalato una performance di altissimo livello, sfoderando un fraseggio elegante e molto elaborato in piena sinergia con gli altri musicisti, perfetto il dialogo con Di Leone, sempre efficace ed incisivo nei soli, così come Deidda, grintoso e suggestivo nei suoi interventi; Watson in particolare ha sfoggiato un eclettico approccio al suo strumento in una affascinante improvvisazione a mani nude.

L’articolato gioco di interplay del gruppo è stato condotto sino alla fine in “Body and Soul”, il latin “Aruba” e in chiusura con “Big Blues”, che Hall incise nel 1979 con Art Farmer. Il pubblico entusiasta, con molti addetti ai lavori presenti, fra docenti ed allievi di conservatorio che hanno affollato la Masterclass pomeridiana con Bernstein e Watson, ha ovviamente reclamato il bis applaudendo in modo caloroso una performance folgorante e un tributo appassionato.

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Author: redazione

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