Sabato a fine partita grave incidente per un supporter bianconero: l’anello si è agganciato alla recinzione che separa la curva ospiti dal campo. La nota della Duomo
Grave incidente sabato sera allo stadio Recchioni, dopo Fermana-Cesena. Un tifoso dei bianconeri, nel settore ospiti, ha riportato un danno alla mano subendo il distaccamento di un dito. L’anello si è impigliato alla recinzione che separa curva e campo, creandogli un infortunio permanente. E’ rimasto sempre cosciente, portato via in barella.
L’indomani è arrivata anche una nota della Duomo, solidale nel caso specifico e non solo. “Ennesimo caso a Fermo dove oramai ci vorrebbe una targa per ricordare i tanti anulari che sono caduti per mano degli offendicoli del Bruno Recchioni – si è letto -. Eppure il più Inglese degli stadi italiani non riesce a mettere in atto quella che è la prerogativa cardine di uno stadio british: l’eliminazione delle barriere divisorie. Con le costose telecamere a circuito chiuso nelle mani delle forze dell’ordine, oramai la scusa della sicurezza non regge più. Oltretutto a bordo campo è pieno di Carabinieri e Steward, indi per cui se qualcuno avesse l’intenzione di invadere il terreno di gioco verrebbe braccato nel giro di pochi secondi (tralasciando il fatto che, numerosi precedenti alla mano, se uno vuole invadere il campo lo fa; vetrate con offendicoli o no)”.
“Noi poniamo all’attenzione dell’Assessore allo Sport Alberto Scarfini e della stampa locale tutta queste poche righe di riflessione che hanno come scopo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo un problema annoso che reiteratamente si ripropone di stagione in stagione. Le barriere con offendicoli sono un’offesa nei confronti della tifoseria Fermana che, da sempre, è una delle più corrette e pacifiche d’Italia. È ancor più un offesa all’immagine della città: il tifoso cesenate avrebbe dovuto ricordare Fermo per la magnifica visione dell’imponente Cattedrale che, dalla cima del colle Sabulo, si staglia verso la notte stellata… e non perché a Fermo ci ha lasciato un dito. È tempo di voltare pagina”.
