L’intervento della deputata del Movimento Cinque Stelle
Patrizia Terzoni, vicepresidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici svela “come stanno le cose e la vergogna della Giunta Ceriscioli” sui fondi europei per il sisma del 2016.
“In questi giorni si è molto parlato del finanziamento di una pista ciclabile da parte della Regione Marche per un importo complessivo di 10 milioni di euro. L’iniziativa ha scatenato forti polemiche perché non sarebbe una priorità per il territorio così duramente colpito dal sisma del 2016.
In realtà quanto emerso è solo una parte dell’uso spregiudicato a forma di “bancomat” dei fondi destinati dall’Europea al cratere sismico da parte della Giunta Ceriscioli.
Infatti se almeno per le ciclovie almeno formalmente i fondi andavano per un intervento in comuni del cratere, sul turismo la giunta regionale ha letteralmente dirottato i fondi destinati a risollevare il turismo nelle aree colpite dal terremoto a tutt’altro scopo, per finanziare i programmi generali di promozione turistica di tutta la regione e addirittura eventi da centinaia di migliaia di euro in aree al di fuori del cratere. Attività per la promozione delle Marche, per carità, ma a cui bisognava destinare i fondi europei già destinati prima del sisma, non certo quelli aggiuntivi arrivati esclusivamente per permettere la rinascita dell’economia delle aree danneggiate dal terremoto.
Credo si sia fatta molta confusione, utilizzando anche slogan di facile presa che però rischiano di distogliere l’attenzione da quelle che sono due necessità assolute per l’area del cratere: non distogliere i fondi europei destinati specificatamente alle aree colpite dal sisma usandole in maniera strumentale per poter spendere altrove i denari; affiancare all’opera di ricostruzione di abitazioni, infrastrutture e opifici interventi di promozione dell’economia, turismo compreso, di nuova infrastrutturazione e di servizi per il territorio e le persone.
Se si studiano le carte in dettaglio si scoprirà che l’intervento delle piste ciclabili è a valere di fondi infrastrutturali del POR-FESR (Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale), una canale di finanziamento di infrastrutture che è attivo da anni e che ogni regione definisce nell’ambito della programmazione comunitaria, in questo caso quella del periodo 2014-2020.
Sono fondi destinati allo sviluppo, su assi tematici e azioni in larga parte decisi a scala europea e nazionale per quanto riguarda le priorità, dal turismo, al sostegno all’innovazione ecc. Le Marche, prima del sisma, avevano già un programma di spesa a valere sul POR-FESR, per un ammontare di 337 milioni di euro su 7 assi (in realtà il settimo è l’assistenza tecnica).
Gli assi tematici sono: Asse 1 – Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione; Asse 2 – Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione (TIC); Asse 3 – Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese; Asse 4 – Transizione verso un’economia a bassa emissione di carbonio; Asse 5 – Adattamento al cambiamento climatico, prevenzione e gestione dei rischi; Asse 6 – Tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse.
Questi assi si sviluppano in azioni che vengono o finanziate direttamente oppure messe a bando per selezionare il beneficiario.
A seguito del sisma, sono stati assegnati altri 248 milioni di euro, che sono confluiti su un asse creato ad hoc nel Programma, il numero 8, le cui risorse, appunto, devono essere impiegate per azioni per favorire lo sviluppo del cratere: l’Asse per la prevenzione sismica e idrogeologica, miglioramento dell’efficienze energetica e sostegno alla ripresa socio-economica delle aree colpite dal sisma. A sua volta anche questo asse è stato suddiviso in numerose azioni. Ad esempio, per l’innovazione tecnologica delle imprese e la loro cooperazione andranno 20 milioni di euro.
Ecco, l’azione per la realizzazione delle piste ciclabili fa parte della azione 26.3 dell’asse 8. La Giunta Regionale ha assegnato con le Delibere 36 e 37 del 22/01/2019 la somma 5 milioni di euro per ciascuna ciclovia, quella del Chienti/Potenza (comuni di Camerino, Castel Raimondo, Cerreto d’Esi, Corridonia, Esanatoglia, Fabriano, Macerata, Matelica, Mogliano, Petriolo, Pollenza, san Severino Marche, Sarnano, Tolentino, Treia, Urbisaglia) e quella della valle del Tronto (comuni di Colli del Tronto, Castel di lama, Maltignano, Ascoli Piceno e Aquasanta terme)”.
Continua la Terzoni: “Era possibile intervenire per esprimere osservazioni per questi programmi? Sì, perché sia la prima stesura del Programma che la seconda, la variazione per l’aggiunta dell’Asse 8 con la dotazione di 248 milioni di euro, sono state sottoposte a procedura di Valutazione Ambientale Strategica, con 2 mesi per la presentazione di osservazioni da parte di cittadini, enti locali, imprese e associazioni.
Per seconda variazione i due mesi sono trascorsi dal 12 ottobre 2017 all’11 dicembre 2017. Non risultano essere arrivate osservazioni. Pertanto il Programma revisionato è stato prima approvato dalla Commissione Europea (Decisione di Esecuzione C(2017) 8948 del 19 dicembre 2017) e poi dalla Giunta Regionale (Delibera di Giunta 1597 del 28/12/2017).
Questi fondi, se ben spesi, possono quindi dare un sostegno all’area del cratere. Sulle priorità sarebbe stato auspicabile un coinvolgimento maggiore, perché spesso in questi programmi di spesa alla fine dietro a titoli generici ci sono progetti concreti ben delineati, su cui è più facile confrontarsi essendo più facilmente intellegibili alle persone comuni. È vero anche che bisogna abituarsi a partecipare e reclamare se vi sono indicazioni che non convincono. Però è assolutamente inaccettabile e del tutto scorretto usare questi fondi a mo’ di bancomat usandoli per iniziative che, quando va bene, hanno una ricaduta indiretta e assolutamente parziale sulle aree colpite dal sisma. Faccio riferimento a tre delibere della Giunta Ceriscioli, la DGR 829/2018, la DGR 1402/2018 e la DGR 20/2019.
La prima ha un ammontare di ben 7,7 milioni di euro complessivi e finanzia il programma di promozione turistica delle Marche 2018 (per 4,9 milioni)/2019 (per 2,77 milioni). La seconda il Festival Rossiniano a Pesaro per 300.000 euro. La terza da 3,5 milioni per coprire le spese delle annualità del programma di promozione turistica delle Marche per il biennio 2019 (2,8 milioni, rimodulazione della DGR829/2020)/2020 (0,75 milioni).
Con queste delibere si finanziano spot, visite turistiche, partecipazioni a fiere internazionali e nazionali, mostre (come quella di Sgarbi a Urbino), il festival Rossiniano ecc. La cosa sbagliata è che si tratta del programma generale per tutte le Marche e non di un programma di promozione turistica specificatamente pensato per le aree colpite dal sisma che, anzi, hanno pochissimi eventi tra le decine inserite nel programma.
Il tutto però è finanziato con i fondi destinati e ottenuti specificatamente per le aree colpite dal sisma.
Una vergogna!
Ancora più importante è usare questi fondi europei, e quelli che arriveranno nella prossima programmazione, avendo le idee chiare sul futuro complessivo delle aree interne dell’Appennino, presentandosi con un’idea di sviluppo condivisa.
In questo senso la Regione Marche ha promosso un tavolo di concertazione con l’ISTAO, l’Istituto Adriano Olivetti per arrivare ad un Patto per la Ricostruzione. Hanno partecipato associazioni di comuni e province, quelle datoriali, le Università, il parco dei Sibillini e la Regione ecclesiastica. Il Patto risulta essere stato siglato a dicembre 2018.
Sono state anche fatte interviste ai sindaci.
Da questo tavolo sono emerse 135 proposte progettuali, poi ridotte a 130, per un valore complessivo di 1,7 miliardi.
Moltissime proposte riguardano i servizi alle persone, dagli oratori all’accesso ai servizi. Altre riguardano le infrastrutture e il miglioramento ambientale oppure progetti di sviluppo industriale e agricolo (filiere della canapa, dell’olio e del legno, ad esempio) oppure il turismo e l’energia (con impianti eolici e fotovoltaici).
L’iniziativa da un lato è sicuramente utile per iniziare a parlare con i portatori d’interesse di progetti veri e proprio ma dall’altro potrebbe scontare il grosso limite di far coltivare il proprio orticello a settori sociali organizzati che a volte non è detto che siano sempre effettivamente rappresentativi dei cittadini o, come minimo, non sono gli unici. Aver escluso le realtà di base, i comitati, le associazioni di tutela ambientale, la miriade di soggetti che vogliono essere protagonisti della ricostruzione, non mi pare una grande idea.
Anche il fatto che le proposte potessero venire solo da questi portatori d’interesse a mio avviso è un grosso limite con il rischio ulteriore che si creino o si rafforzino grumi di potere che non aiutano una serena discussione sulle reali necessità e le migliori strategie da implementare e che a volte fungono anche da vero e proprio blocco per lo sviluppo di iniziative. Ovviamente la gran parte degli attori è sicuramente titolato ma non è esaustivo e non esaurisce la ricchezza che si può trovare nelle realtà sociali marchigiane.
Sarebbe stato più utile, ad esempio, agire con “call” e con sistemi di selezione e meccanismi di controllo a feedback dal basso con un’ampia partecipazione e percorsi partecipativi aperti alle realtà auto-organizzate, a partire dai comitati di cittadini.
Riassumendo: la Giunta Ceriscioli deve immediatamente modificare tutte le delibere con cui usa in maniera del tutto o parzialmente scorretta i fondi comunitari destinati alle aree del sisma, attivando iniziative esclusive per le aree del sisma senza destinarli su altri territori e, in generale, sostenendo interventi privilegiando le zone più colpite; riprogrammare le risorse esistenti e future, assicurando una vera partecipazione, trasparente, aperta e dal basso per dare a tutti pari opportunità di accesso ai fondi comunitari già disponibili o che devono arrivare”, conclude Patrizia Terzoni.

Author: Alessandro Molinari
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