Tolentino, Città in Comune: “Fuori luogo l’impugnazione del Dl Genova da parte della Regione Marche”

“Ci preoccupa anche la nomina di Crimi a vice commissario accanto al prof. Farabollini”

Dall’associazione politico – culturale di Tolentino, “Città in comune” riceviamo

“La polemica riguardo l’impugnazione del “Decreto Genova” da parte del governatore Ceriscioli, in quanto avrebbe esautorato il ruolo dei “vicecommissari” alla ricostruzione, appare assolutamente fuori luogo sotto tutti i punti di vista.
Anzitutto perché sono evidenti i ritardi della Regione Marche sia nel portare a termine la gestione dell’emergenza sia nella consegna delle Sae. Negli ultimi 20 anni infatti non sono state predisposte le aree da destinare alle emergenze, come prevede la normativa in vigore da 20 anni, nella convinzione che il territorio e la natura soprassedessero alla fame degli speculatori edilizi. La normativa regionale in ambito urbanistico non ha mai posto degli obblighi in questo senso, obblighi che nel momento delle emergenze appaiono invece assolutamente indispensabili. Questo è un aspetto evidente della scarsa lungimiranza e competenza di chi a livello politico/istituzionale dovrebbe tutelare il territorio e i suoi abitanti.
Inoltre il fatto che sino ad oggi i Presidenti di Regione abbiano avuto voce in capitolo rispetto all’impianto normativo elaborato dalla struttura commissariale non ha abbreviato per nulla i tempi della gestione del terremoto ed anzi ha portato ad un uso dei soldi pubblici di dubbia utilità. Ne sono un esempio le spese esorbitanti per la sistemazione del capannone che ospita gli uffici della ricostruzione a Caccamo di Serrapetrona.
L’auspicio che ci auguriamo, anche per la modifica prevista dal “Decreto Genova”, è che si vada verso uno snellimento delle procedure e della burocrazia, ma soprattutto delle “compatibilità” politiche che in questi due anni abbiamo registrato sui vari fronti del sisma.
Non possiamo infatti dimenticare l’avallo e il favore concessi dal governatore Ceriscioli al comune di Tolentino per l’acquisto del capannone La Rancia, con lo stanziamento di 6 mln di euro per un’opera che sembra rispondere ad “emergenze” diverse rispetto a quelle dettate dal terremoto. Parallelamente invece la promessa conclamata da Cerescioli e da Sciapichetti sulla veloce ricostruzione dell’Ospedale, i cui termini vengono spostati sempre più avanti nel tempo, fa pensare che l’interesse verso questa opera stia svanendo miseramente.
Per questo la scelta del PD delle Marche di impugnare la parte del Decreto Genova che riduce il potere delle Regioni chiaramente oggi risponde a una logica di mero conflitto politico e in quanto tale strumentale e inutile, anzi dannosa ai fini della ricostruzione.
Città in Comune auspica al contrario che si possano snellire le procedure e la burocrazia, ma soprattutto che si possano sviluppare gli strumenti di partecipazione diretta dei cittadini e dei territori nel processo decisionale. Questo processo assolutamente indispensabile deve avvenire nel rispetto di un approccio scientifico evitando che il post sisma sia argomento per soli “addetti ai lavori”.

Ci preoccupa anche la nomina di Crimi a vice commissario accanto al prof. Farabollini, che potrebbe apparire e concretizzarsi come forma di controllo dall’alto destinata a condizionarne l’operato.
Rimane essenziale la necessità di emanare una normativa ad hoc sulla gestione delle emergenze, da elaborare con i cittadini, i territori, i tecnici, le istituzioni, le associazioni, al fine di evitare futuri ritardi nella gestione di fenomeni che sappiamo essere ciclici.”

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