“La zona di faglia è ancora quella del Monte Vettore – Monte Bove”
Dopo un periodo di calma apparente, nella notte il terremoto è tornato a farsi sentire distintamente nelle aree devastate dalla sequenza iniziata nell’agosto del 2016. La scossa di magnitudo 4.1 delle 2.02 e le decine di repliche successive hanno inevitabilmente creato ulteriore apprensione nella popolazione.
Con la consueta disponibilità e competenza, a cercare di spiegare quanto sta accadendo in queste ore nella zone di Norcia è il professor Emanuele Tondi, direttore della scuola di Geologia dell’Università di Camerino.
“La zona epicentrale è sempre quella della sequenza sismica iniziata 3 anni fa, il 24 agosto 2016 e culminata a fine ottobre dello stesso anno. La zona di faglia” spiega il professor Tondi “è, quindi, ancora quella del Monte Vettore -Monte Bove. Si tratta di una ripresa della sequenza, sempre possibile e che, come si può vedere dalla mappa allegata, non era per nulla terminata. Negli ultimi 3 mesi, come nei mesi precedenti, si sono verificati numerosi terremoti, anche se molti non li abbiamo percepiti. Purtroppo, la zona destabilizzata è molto grande e la sequenza di aftershocks lunga. Inoltre, il terremoto di magnitudo 4.1, è seguito dai “suoi” aftershocks”.
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