SERIE D – Punto di non ritorno, Catalano-Rossetti vs Ruggeri-Paolucci. Bolzan vittima ma complice. Chiarezza non pervenuta, countdown iniziato
La foto d’agosto è già sgualcita. Tutti sorridenti e abbracciati in un’ammucchiata senza criteri. Un pezzo ce lo metto io, un pezzo ce lo metti tu. Un giocatore lo prendo io e un giocatore lo prendi tu. Progetto friabile e senza basi per una Fermana ora sull’orlo della tempesta. Un triste revival. Foto poco credibili come lo erano quelle dello scorso anno (chi ricorda l’ex amministratore Scheggia in conferenza spaparanzato accanto ad Umberto Simoni venti giorni prima dell’uscita di scena ad agosto 2023? Chi ricorda invece l’ex tecnico Stefano Protti – quando fu richiamato… – e quel cinque dato al dg Andrea Tubaldi che l’aveva esonerato in precedenza? La carrellata ve la riproponiamo sotto….). Società attuale spaccata come la vecchia.
Continuano i dejavù al Bruno Recchioni. Dopo l’ultimo nefasto anno di C tra tradimenti, tentativi di colpi di stato, invettive e figuracce in tutta Italia, la musica non è cambiata in Serie D. Pure questa Fermana è divisa in due tronconi. Da una parte il direttore amministrativo Marco Catalano (ora in dirigenza, un tempo tifoso della vecchia guardia che da marzo in poi si è avvicinato ai Simoni di cui era grande contestatore) e Matteo Rossetti (consulente tecnico da un anno e mezzo), dall’altra il dg Federico Ruggeri (portato dal sindaco Paolo Calcinaro a Ferragosto) e il ds Michele Paolucci. Coesistenze difficili, rapporti mai sbocciati e giunti più che mai agli antipodi, con idee diametralmente opposte su calciatori e allenatore.
I vecchi avevano già individuato Ruben Dario Bolzan in estate, i nuovi se lo sono ritrovato e non è un mistero che vorrebbero metterlo alla porta (ricordarsi il fascicolo Mosconi…). Sì, e i soldi? Quelli ancora non si è capito chi li porta veramente. Nel calcio d’oggi oramai funziona così: più è alto il contributo economico, più potere decisionale hai. E quindi? Dopo la debacle – prevedibile anche nelle proporzioni – a San Benedetto il vaso di Pandora si è però scoperchiato nuovamente. Domenica sera – ieri – i tifosi hanno contestato duramente la squadra (RILEGGI QUI) e poi le due fazioni societarie si sono confrontate in una riunione serrata in cui è emerso tutto e niente: solo altra polvere mossa.
E il povero Dario Bolzan? E’ protetto dai vecchi, scaricato per l’ennesima volta dai nuovi. Dario ha la stessa consistenza di Andrea Bruniera: vittima ma complice di un progetto tecnico costruito sulla sabbia, dunque non fa più pena a nessuno, nemmeno ai tifosi che da calciatore lo avevano amato e che adesso ne chiedono a gran voce le dimissioni. Bolzan, sempre molto attento ai social, avrà letto e preso appunti… Cosa si vuole imputare però a Bolzan? Vogliamo parlare di moduli? Di Ferretti (il terzo più pagato della rosa con un solo gol realizzato) non utilizzato? Dell’ex prodigio Bartoli una volta schierato terzino, una volta punta esterna, una volta a tutta fascia e al Riviera mezzala? No, a Bolzan può essere imputata solo una cosa: aver detto sì alla proposta estiva abbracciandola a scatola chiusa, forse perchè l’unica strada per tornare ad allenare in Serie D. Ora anche lui c’è dentro con tutte le scarpe e deve trovare il modo per uscirne. Come? Vincendo con il Castelfidardo domenica prossima, per non diventare l’unico allenatore della storia della Fermana a non essere riuscito a vincere almeno una partita in casa durante tutto il girone d’andata. Fallire anche con il Castelfidardo varrebbe a dire “Game Over”, più in termini ambientali che di classifica.
Prima, però, un altro appuntamento indimenticabile: mercoledì, al Parco sul Mare di Cupra Marittima, cena di Natale del club con squadra, staff, partner e dirigenza. Una dirigenza magari seduta in tavoli separati. Merry Christmas sperando che il nuovo anno sia davvero “Happy”.
FOTOGRAFIE ASSURDE MA REALI