Storia della disperazione che si nasconde dietro alla lunga burocrazia
Stremato dal freddo e dalla fame, con pochi vestiti addosso si è seduto nei pressi di una fermata dell’autobus ed ha chiesto aiuto ad alcuni passanti. Il fatto è accaduto giovedì sera in Buonarroti ad Ancona ed ha visto come protagonista dell’intera vicenda un ragazzo pakistano di 28 anni che ha implorato aiuto ad alcuni passanti.
Sul posto è intervenuto un mezzo della Croce Gialla di Ancona che non ha potuto fare altro che portare il ragazzo in ospedale. Il giovane in preda alla disperazione ha raccontato di essere arrivato allo stremo delle forze e di dormire in un parco dalle parti della Questura. Uno dei tanti in attesa di ottenere il permesso di soggiorno ma i tempi della burocrazia a volte sono biblici e non tengono conto dei drammi umani che si nascondono dietro queste situazioni.
Non in regola con i documenti, il giovane di fatto non ha accesso a nessun tipo di servizio assistenziale messo in campo dal comune di Ancona. Essere umani abbandonati al loro triste destino che spesso e volentieri anche per problemi logistici non riescono nemmeno ad intercettare le iniziative messo in campo da alcune associazioni che da anni forniscono un minimo di assistenza a queste persone.
Una situazione che ad Ancona per il momento vede oltre 150 persone in attesa di regolarizzare la propria posizione in Italia. Persone che dormono ovunque ma ora con l’arrivo dell’inverno la situazione sembra essere ulteriormente peggiorata, come era facilmente prevedibile. I senza fissa dimora sono tornati a dormire anche in via Montebello a due passi dal centro grazie ad una sorta di porticato che regala un minimo di tepore nelle ore notturne. Copia e incolla di quanto accade al parcheggio degli Archi dove un gruppo di somali ha creato una sorta di rifugio con tanto di coperte e materassi. Tra questi in attesa di varcare la porta della Questura di Ancona ci sono anche due ragazzi sempre di origini pakistana che da giorni vivono all’interno dei bagni pubblici che si trovano al parco del Pincio. Una presenza che di certo non è passata inosservata al punto tale che alcuni residenti della zona hanno iniziato a portare a queste persone qualcosa da mangiare.
Un gesto di pietà ma quello che davvero manca è un piano assistenziale per dare un minimo di conforto e assistenza a queste persone in attesa del permesso di soggiorno che di certo non possono continuare a vivere o a dormire nei parchi ne tantomeno nei bagni pubblici.