Storani, tra Lube e realtà: “Il mio guru? Paparoni”

VOLLEY A – Il giovanissimo libero marchigiano classe 2000 racconta il suo impatto tra i giganti della pallavolo mondiale

di Michele Raffa

Treni differenti passano nella vita di ogni persona, ognuno dei quali fermerà ad una stazione diversa. Il trucco è nel prendere quello giusto. Probabilmente lo è, quello che ha portato un giovane macertese, classe 2000, a confrontarsi all’interno dello spogliatoio dei campioni d’Italia della Cucine Lube Civitanova. Cresciuto nelle giovanili della società cuciniera, nel mese di dicembre Giammarco Storani si ritrova catapultato in una realtà che sino a quel momento ha potuto immaginare solo nei migliori sogni che possa coltivare un ragazzo della sua età. “Ho ricevuto con piacevole sorpresa – afferma Storani – la chiamata della convocazione in prima squadra per la gara del 20 dicembre di Champions contro il Roeselare. Non me l’aspettavo. Un’emozione indescrivibile poter essere accanto ad alcuni dei più forti giocatori del panorama pallavolistico internazionale”. Timore reverenziale? “Non dovrebbe esserci, essendo loro dei compagni di squadra, ma poi ti guardi intorno, ti capaciti con chi sei ed è normale che ti venga”. L’accoglienza? “Sono stati tutti simpaticissimi e gentili con me, facendomi integrare, per quanto possibile, nel gruppo non avendo mai svolto un allenamento con loro”. Il legame più stretto? “Vivendoli solo nello spogliatoio e durante la partita, sicuramente con i ragazzi della panchina ho legato di più, principalmente con Sebastiano Milan, insieme al quale condivido gran parte del riscaldamento”. Oltre alla gara con i belgi, coach Medei lo ha convocato anche nei successivi match europei, sino all’ultimo nonché decisivo per l’accesso ai playoffs 6 contro lo Skra Belchatow. Una passione per il volley che il giovane libero matura sin da piccolo, all’età di 12 anni, scalando la trafila della cantera Lube sino all’under 20 di oggi. Un impegno che Storani ha accolto con passione e dedizione senza mai trascurare l’istruzione, proseguendo i suoi studi al Liceo Scientifico Galilei di Macerata. “Ho sempre dovuto conciliare scuola e pallavolo sin dalle giovanili. Il mio futuro è ancora tutto da scrivere. Lo studio è molto importante e cerco di portarlo avanti nel miglior modo possibile. A volte è risultato difficile far combaciare le due cose, principalmente quando con la Lube si andava in trasferta e bisognava studiare sino a tarda sera”. Juantorena, Sokolov, Stankovic e soprattutto il libero Grebennikov. Tutti esempi dai quali il giovane Storani può estrapolare pregi e consigli per fortificarsi non solo tecnicamente, ma anche da un punto di vista mentale. Il suo idolo, la sua ispirazione professionale però, non bisogna cercarla in campo, bensì in palestra. Anzi, ancor più vicino di quanto si possa immaginare. “Ho la fortuna – ammette Storani – di essere allenato nelle giovanili da uno dei più forti liberi che il panorama italiano abbia avuto, e per me Alessandro Paparoni lo è. Parlo molto con lui, cerco di carpire e imparare quante più cose possibili. Sono cresciuto molto sotto la sua supervisione. Non potevo chiedere di meglio. Forse è proprio grazie a lui se oggi ho meritato questa convocazione in uno dei club più forti del mondo”. Il treno scelto sembrerebbe essere quello giusto, sta al giovane Storani ora, saper quale fermata sia quella giusta o meno. 

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