Stefano Tacconi a Macerata: un po’ Vasco, un po’ George Best ma adesso e sopratutto padre

Intervista a tutto campo in occasione della presentazione del libro autobiografico: ‘L’arte di parare’. L’ex campione e’ stato ospite dell’amico Paolo Perini. Accoglienza trionfale a cena da parte della Macerata bianconera

Il ‘penalty’, l’ex n.1 della Juventus e della Nazionale, lo tira contro… Macerata. “La prima volta, qui?” gli chiedo. E Tacconi: “No, ci sono stato gia’ altre due volte: ma non e’ che ci sia tantissimo da vedere”. Sbianca Paolo Perini, patron di Hab dove si svolge l’incontro e all’istante virtualmente indossata la casacca di portiere, lui ex promessa nelle giovanili della Roma, sventa in angolo il…rigore dell’amico. “Ma no, Stefano! Macerata e’ come una donna molto costumata. Nasconde sulle prime la sua bellezza, che e’ poi tanta roba”. L’ex campione fa ‘si’ con il capo, la sua bella moglie Laura sorride divertita, il figlio Andrea, 29 anni, da’ ragione a Perini (“Io conosco bene la bella Macerata”) e il vostro cronista ricorda le non infrequenti salatissime multe che la Juventus infliggeva al suo super portiere per dichiarazioni ‘non autorizzate’. E la moglie, allora, a dichiarare: “Mai che a Stefano capiti, fra i tanti, un infortunio alla ….lingua!”.

Poi Perini rimette la …palla, lunga, a centrocampo e domanda: “Scusa, Stefano, ma con Walter Zenga c ‘era davvero tutta quella dialettica ‘contro’ di cui riempivate i giornali?”. Tacconi: “Certo che no! Eravamo in realta’ e siamo tuttora amici: eravamo un po’ come Coppi e Bartali nella foto famosa della borraccia. Ci sentivamo al telefono: che diciamo oggi? E via…le nove colonne sui giornali sportivi,e spesso non, erano servite!”.

(Nelle foto sopra: Tacconi, cena di beneficenza al Palace festeggiato da vecchi e nuovi fans)

Tacconi a Macerata, su invito di Paolo Perini, e’ venuto a presentare il libro-biografia: L’arte di parare (Rizzoli editore).  Sottotitoli: Sport, resilienza e rinascita. Ancora: L’arte di trovare il coraggio per fronteggiare i tiri della vita. Nel breve cv, il ritratto umano di chi non ha disdegnato i piaceri di assaggiare buoni vini e wiskies torbati (testuali) andando sempre al massimo. Un po’ Vasco Rossi, un po’ George Best, sempre Stefano Tacconi, mito calcistico perugino. Un ragazzo di periferia con il sole in faccia e la battuta affettuosamente acre a fior di labbra pronta. Un ragazzone del Ponte che lascio’ a 16 anni per diventare il n.1. Per ‘parare la luna’ (il titolo del ‘suo’ film). Tiene a precisare: “Sono di Ponte Felcino, non di Ponte San Giovanni dove e’ nato Serse”. Serse e’ Cosmi, altro mito ponteggiano anch’egli che non le ha mai mandate a dire. Mi indica il titolo del 1. capitolo del ‘suo’ libro: ‘Il solito stronzo’. Sa che tra noi di Perugia ci si capisce…

La partita piu’ bella?

“All’Haysel, a Bruxelles, ma non lo posso dire. Allora dico quella dell’Intercontinentale quando parai due rigori agli argentini dello Junior”.

La piu’ brutta?

“Con il Barca…quando mi feci autogol, nessuno se ne accorse. Ma questo non lo scrivere”.

In Nazionale?

“Dal 1986 al 91. Poi Vicini fu sostituito da Sacchi. Arrigo, grande trainer, ha come noto una particolare concezione del ruolo del portiere e per me e Walter non ci fu piu’ l’azzurro”.

Poi?

“Da quando ho smesso (ultima societa’: Genoa) 29 anni fa, non ho fatto piu’ sport”.

Tuttavia ad attendere Stefano, il 23 aprile 2022, c’era un imprevedibile, durissimo secondo tempo. Due interventi al capo, perfettamente riusciti. Due rigori anche questi magistralmente neutralizzati come quando era sul tetto del mondo fino a parare la…luna. Non piu’ il titolo intercontinentale in palio, ma la Coppa della Vita. Ed esce cosi il cuore grande non piy’ del Guascone ma di padre, seppure non le manda a dire neppure al figlio piu’ grande. “Ne ho altri tre: Virginia 20 (bellissima, ce la fa ammirare nella foto del cellulare: “e’ ambita da maisons di moda famose”), Alberto 18 e Vittoria, 16. Un po’ Vasco, un po’ George, Stefano e’ tornato in campo. E ierisera Macerata bianconera lo ha accolto come un re al Palace.

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