ECCELLENZA – Il portiere dell’Urbania gran protagonista contro il Camerano: ipnotizzato per due volte Alessandroni dal dischetto
di Michele Raffa
Giornata che difficilmente dimenticherà Davide Stafoggia, portiere dell’Urbania classe 2000 alla sua prima stagione in Eccellenza. Il portierino biancorosso, alla sua terza presenza stagionale (seconda in campionato) in campo al posto dell’influenzato Ducci, ha mostrato i super poteri neutralizzando in ben due occasioni nell’arco di pochi secondi il centravanti del Camerano Alessandroni dagli undici metri. “Non ci sono segreti quando si para un rigore – afferma subito Stafoggia – ogni portiere ha un suo modo di valutare o intimidire l’avversario. Innanzitutto ho provato a coprirgli quanto più possibile lo specchio della porta (è alto 186 centimetri ndr) per poi studiare bene il suo sguardo e la posizione del corpo prima e durante la rincorsa e infine il piede d’appoggio. Quest’ultimo è un elemento fondamentale, e ho avuto ragione io tuffandomi sulla sinistra”. Nonostante l’errore Alessandroni si è ripresentato sul dischetto di rigore. “Per me è stato un gran vantaggio, raramente qualcuno cambia angolo. E’ un po’ come il gioco delle probabilità, mentre nel caso in cui si fosse presentato un altro giocatore sarebbe stato più complicato perché sarei dovuto entrare nella sua mente”. Strategie che Stafoggia ha assimilato nel corso degli anni, nonostante la sua vocazione fosse inizialmente per l’attacco. “I primi anni ad Urbino ho sempre giocato come punta centrale, fino agli Esordienti. Poi mister Briganti mi consigliò di provare a cambiare ruolo e mettermi tra i pali. Scelta vincente”. Se con i gol la gloria per un calciatore arriva più frequentemente, Stafoggia invece è riuscito a ritagliarsela su misura difendendo la propria porta e lanciando la sua squadra alla vittoria. “E’ la giornata che ogni portiere sogna. Essere decisivo per i tre punti. Non possono non dedicare i due rigori parati a mio nonno. Io vivo a Urbino, lui era di Urbania, il suo sogno era vedermi giocare con la squadra della sua città. Ci sono riuscito, ma non ha potuto vedermi dal vivo e spero che ovunque sia l’abbia reso felice”. Sarà dura ora per mister Fenucci farlo risedere in panchina il prossimo weekend, ma Stafoggia è un portiere giovane che ha saputo prendersi le sue responsabilità quando chiamato in causa, come conviene in uno spogliatoio unito e coeso che rema verso un unico obiettivo. “Non lo nascondo, le prestazioni mostrate in campo ci indicano che i playoff sono alla nostra portata. Non lo definirei più un sogno, ma un qualcosa che giornata dopo giornata si materializza sempre più e noi non possiamo far altro che continuare così come stiamo facendo: lavorare e vincere di gruppo”.

Author: Alessandro Molinari
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