Sit-in di una mamma-coraggio: “Da febbraio dello scorso anno non riesco a vedere più i miei bambini”

A sostenere la causa l’avvocato Alessandro Brandoni

Continua e non poteva essere diversamente la protesta con tanto di sit-in di Katia, una ragazza cubana di 32 anni da anni residente in Italia che ha deciso di rendere pubblico il proprio dolore di fronte alla sede del Tribunale dei Minori ad Ancona in via delle Cavorchie.

Una protesta che nasce dal cuore disperato di una giovane mamma a cui il Tribunale di minori e i servizi sociali ha deciso di togliere i tre figli, l’ultimo addirittura dopo 2 giorni che era nato. Una situazione complicata con questa giovane mamma che promette battaglia pur di rivedere i propri bambini in età compresa tra i 9 e i 2 anni. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata lo scorso mercoledì 15 febbraio quando il Tribunale dei minori di Ancona ha deciso la sospensione temporanea degli incontri protetti tra madre e figlio e pensare che questa mamma tempo addietro era stata inserita in un programma proprio di incontri protetti con i propri bambini:

“Per diverso tempo ho avuto la possibilità di vedere i miei bambini, tutti gli incontri li ho filmati, mi chiamano mamma, il più grande chiede quando torno a trovarlo e una volta scaduto il tempo a mia disposizione il bambino piange, non vuole lasciarmi andare. Il progetto era quello di effettuare due incontri al mese numero che poi sarebbe dovuto aumentare per dare modo di poter entrare in una struttura protetta sempre con i miei figli ma le cose sono andate diversamente. Dal febbraio dello scorso anno non riesco a vedere più i miei bambini questo grazie ai servizi sociali del comune di Pesaro che dapprima hanno dilazionato gli incontri, cosa che non potevano fare, poi mi hanno chiuso la porta in faccia. Si è arrivati al punto di richiedere una perizia psichiatrica dove emerso che non ci sono disturbi della personalità e che il mio dolore è legato al distacco dai miei figli. Ho una quarta bambina che sono costretta a tenere a Cuba, se viene in Italia mi tolgono pure quella”.

A sostenere la causa di questa mamma coraggio l’avvocato Alessandro Brandoni del Foro di Macerata: “Stiamo facendo dei passi all’interno del processo anche per il fatto che a nostro avviso sono state prese delle decisione illegittime. La Corte di Appello già lo scorso anno aveva stabilito due incontri al mese e un programma di inserimento cosa che è stata ribaltata dal Tribunale dei Minori per tale motivo faremo ricorso contro questo decreto. C’è anche un aspetto fondamentale da non dimenticare ed è quello stabilito dalla Cassazione in cui si specifica che in questi casi il legame tra madre e figlio deve sempre rimanere”. Una cosa è certa mamma Katia per seguire da vicino l’intera vicenda si è trasferita ad Ancona dove peraltro sta anche cercando lavoro ma il suo sogno è quello di aprire una parrucchieria: “Ce la farò insieme ai miei figli anche se il mio cuore ora è distrutto”.

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