Sisma, ombre sulle Sae: subappalti irregolari e certificati antimafia assenti

L’indagine è stata svolta dall’Anticorruzione, decine di imprese nell’occhio del ciclone

Non c’è pace per gli sfollati del sisma. Dopo le innumerevoli denunce riguardanti il decadimento delle Sae, si apprende che chi le ha costruite non lo avrebbe potuto fare. A vincere e banchettare sulle spalle dei terremotati è il solito “magna magna” deciso a tavolino. Subappalti a imprese non in regola col fisco, ombre sulle certificazioni antimafia e i mancati controlli da parte delle regioni Lazio e Marche. È quanto ha accertato Anac a seguito di un’attività ispettiva del Nucleo speciale anticorruzione della Guardia di finanza condotto da Raffaele Cantone sull’affido dei lavori di fornitura, trasporto e montaggio delle Sae.  Quanto è emerso dalle indagini, è stato trasmesso alle procure di Ancona e Rieti e alla Corte dei Conti.

Concentrandoci prettamente sulle Marche, l’Anac ha riscontrato che nel luglio del 2018 mancavano ancora gli accertamenti dei certificati antimafia di 11 subappaltatori. Una su tutte, un’impresa di Teramo che ha ricevuto un subappalto che risulterebbe da 892.700 euro a fronte di 140.000 euro di pendenze con il fisco accertate a suo carico in via definitiva, un dato che avrebbe dovuto escludere a priori l’impresa dalla gara. Ciò che fa ancor più storcere il naso sono le 98 aziende coinvolte (sì, novantotto) richiedenti il subappalto della fornitura dei moduli Sae di circa 2mila unità abitative da installare in 29 Comuni, ma di questa cifra ne sono state montate poco più della metà per una cifra che si aggira intorno alle 1.300 unità.

Alessandro Molinari
Author: Alessandro Molinari

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