Il Pd parla di maxi sanatoria, ma lo stesso metodo è stato adottato per il sisma dell’Emilia Romagna
Un emendamento presentato da Patrizia Terzoni del Movimento Cinque Stelle per semplificare e accelerare la ricostruzione post sisma 2016 ha scatenato numerose reazioni. Su tutte, quella di diversi esponenti del Partito Democratico che bollano questo emendamento come una sorta di condono o maxisanatoria per le abitazioni abusive.
L’emendamento Terzoni, in realtà, non sembrerebbe essere un condono ma un tentativo di sbloccare le migliaia di situazioni che, ad oggi, non consentono alla ricostruzione di partire. L’emendamento dovrebbe consentire di sanare quelle che possono essere definiti come “picoli abusi”. Si fa infatti riferimento ai casi previsti dall’art.22, comma 1 del D.P.R. 380/2001, ovvero a: 1) interventi di manutenzione straordinaria che non abbiano alterato la volumetria 2) interventi di restauro e di risanamento conservativo 3) interventi di ristrutturazione edilizia senza aumento di volumetria 4) incrementi di volume nei limiti delle norme regionali attuative dell’Intesa, ai sensi della legge legge 5 giugno 2003, n.131, tra Stato, regioni e enti locali, sull’atto concernente misure per il rilancio dell’economia attraverso l’attività edilizia.
In tale caso, il contributo per la ricostruzione non spetta per la parte relativa all’incremento di volume. La stessa soluzione fu adottata per il terremoto dell’Emilia Romagna. Difficile comprendere come non possa essere adottata per il sisma 2016.
