Negli ultimi 20 anni l’erosione marina ha cancellato circa nove ettari della Riserva, a sud di San Benedetto del Tronto
“La nostra priorità è arrivare ad ufficializzare i fondi per difendere dall’erosione marina la Riserva Sentina. La Regione Marche ha promesso dagli otto ai dieci milioni di euro”, afferma Simone De Vecchis, capogruppo in Consiglio di Rivoluzione Civica, nonché membro dell’Organo d’Indirizzo della Riserva Sentina, nominato dal presidente della Provincia di Ascoli Piceno.
Ancora De Vecchis: “Poi ci sarà da studiare il tipo di barriere per proteggere la spiaggia, ma dovranno essere compatibili con la zona umida, che dobbiamo tutelare. Oltre all’erosione della spiaggia, la Sentina presenta il problema non secondario dell’acqua marina che finisce nei laghetti di acqua dolce, con il rischio che perdano le loro caratteristiche. In merito alle criticità dell’oasi naturalistica è stato pubblicato un esauriente studio di Enea, Ispra, Cnr e UniCam”.
La scorsa estate l’assessore all’Ambiente della Regione Marche Stefano Aguzzi in un incontro con l’amministrazione Piunti e l’Organo d’Indirizzo della Riserva parlò di 10milioni di euro per salvare la Sentina dall’erosione, reperibili attraverso fondi europei del programma 2022-2027.
Della sopravvivenza della Sentina si è appunto occupato uno studio di un team di ricercatori di Enea, Ispra, Cnr e Università di Camerino pubblicato nel 2021sulla rivista internazionale “Ocean & Coastal Management”.
Il lavoro evidenzia che negli ultimi 20 anni l’erosione marina ha cancellato circa nove ettari di superficie della Riserva della Sentina. Inoltre, fra il 1985 e il 2012 la superficie coperta da dune si è ridotta di oltre l’80%, pari ad una perdita di 40mila metri quadrati di habitat naturale.
Lo studio ha analizzato le caratteristiche geomorfologiche e sedimentologiche dell’area costiera, individuando anche le dinamiche evolutive del sistema spiaggia-duna. Secondo i ricercatori al fenomeno dell’erosione costiera si aggiunge anche il fatto che il fiume Tronto non è più in grado di trasportare i quantitativi di sabbia necessari a mantenere in equilibrio il litorale marchigiano.
La Riserva Naturale Regionale Sentina si sviluppa per circa 180 ettari nel territorio: un paesaggio unico che alterna acqua, sabbia, zone umide retrodunali e praterie salmastre caratterizzato da una ricca flora, che nel resto del litorale Adriatico sta scomparendo a causa dell’antropizzazione, con un importante ruolo per l’avifauna migratoria, è l’unica possibilità di sosta costiera tra le aree umide del delta del Po e del Gargano. La Sentina figura tra le 40 aree costiere italiane a rischio inondazione individuate dall’Enea nel 2019: secondo i ricercatori, in assenza di interventi di mitigazione e adattamento, entro il 2100 oltre 5.600 km quadrati, una superficie pari a una regione come la Liguria, e più di 385 km di aree costiere italiane rischiano di essere sommerse dal mare a causa del fenomeno dell’innalzamento del mar Mediterraneo provocato dal riscaldamento globale.
Partendo dai risultati dello studio sulla Sentina, le autorità locali hanno iniziato a mettere in campo azioni per mitigare gli effetti dell’erosione attraverso il cosiddetto “ripascimento morbido”, dragando i sedimenti dal porto di San Benedetto del Tronto. Ma secondo i ricercatori Alessio Acciarri, Carlo Bisci, Gino Cantalamessa e Giorgio di Pancrazio di Unicam, Federico Spagnoli ed Emiliana Valentini del Cnr, Matteo Conti di Ispra e Sergio Cappucci di Enea, serviranno interventi di lungo periodo per evitare che la zona umida sia invasa dal mare e vada persa per sempre.
