Si fingono poliziotti per un raggiro da quasi 3mila euro: stanati quattro truffatori

“Spoofing telefonico”

Nella giornata di ieri, il personale della Polizia di Stato del Commissariato di Jesi, coordinato dal Dirigente Vice Questore Dr Paolo Arena, ha denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria competente quattro napoletani (una donna di 40 anni, due 20enni e un giovane di 19 anni) con precedenti di Polizia, per il reato di truffa aggravata in concorso.

Lo scorso 12 ottobre, la vittima, (un 74enne della provincia di Ancona), sporgeva querela contro ignoti, per la truffa patita in conseguenza dei raggiri perpetrati tramite cellulare da almeno un uomo e una donna. Allarmandolo, falsamente, che con il suo conto corrente erano stati effettuati alcuni bonifici, credendo di interloquire con operatori bancari e del Commissariato di Jesi, adempiva all’invito degli stessi di effettuare delle operazioni volte ad annullare i fantomatici bonifici: un sistema di “spoofing telefonico” che gli faceva apparire sul telefono, quale chiamante, il numero del Commissariato. Il 74enne indotto in errore dal suo interlocutore, qualificatosi un poliziotto del Commissariato di Jesi, utilizzando il computer nella sua abitazione, si collegava al sito della sua banca, dove era titolare di un conto corrente aperto presso una filiale dell’Emilia, ed eseguiva numerose operazioni, quattro delle quali andavano a buon fine. In particolare, trattavasi di bonifici istantanei di importo pari a circa mille euro cadauno, tre dei quali a favore di un iban ed il quarto in favore di altro iban.

La conversazione tra la vittima ed il suo interlocutore avveniva per alcuni istanti anche attraverso il cellulare e si interrompeva in quanto il malfattore, confondeva il nome del querelante con il suo, pertanto, il 74enne, allarmato per la situazione, interrompeva la chiamata, contattava il suo istituto di credito, ma non riusciva a far stornare le operazioni, che ovviamente erano state già eseguite. La truffa permetteva ai malviventi di conseguire un lauto profitto economico di 2.970 euro.

La Polizia del Commissariato, al fine di evitare la commissione di fatti analoghi e non aggravare le conseguenze di quello commesso, provvedeva al sequestro preventivo delle somme eventualmente presenti nei conti indicati.
Accertamenti hanno permesso di verificare che il primo iban era collegato ad una carta Poste Pay e già indicato in altro evento di truffa, mentre il secondo era riconducibile ad una Banca. La carta poste pay era legata ad un conto, di cui era titolare una donna napoletana, chiuso in data 29 ottobre, dopo la truffa, e la carta poste pay veniva denunciata smarrita, dalla donna, il 21 ottobre, in data e luogo imprecisati.

Gli accertamenti dei Poliziotti, confermavano che con la carta in argomento, dopo aver incassato in data 11 ottobre la somma di circa mille euro da parte della vittima, venivano eseguite varie operazioni finalizzate allo svuotamento delle somme presenti nel conto, sia pagamenti che prelievi. L’analisi dei filmati degli impianti di videosorveglianza dove erano stati effettuati i prelievi consentivano di risalire ad altri 3 complici, anch’essi napoletani, la cui identificazione è stata resa possibile grazie alla comparazione fisionomica effettuata tra le immagini a disposizione e quelle di pregiudicati, da personale di polizia scientifica del Commissariato. Pertanto, gli indagati raggiunti dalla Polizia del posto su delega del Commissariato di Jesi, sono stati denunciati per truffa aggravata in concorso.

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