Sentenza storica a favore di un’infermiera aggredita all’ospedale di Ascoli: è il primo caso in Italia

Un precedente significativo nel panorama giuridico italiano

La Corte d’Appello di Ancona ha emesso una storica sentenza a favore di un’infermiera aggredita quasi otto anni fa presso l’Ospedale di Ascoli Piceno. La decisione prevede un risarcimento di oltre 22.000 euro per danno morale soggettivo e danno biologico, rappresentando un precedente significativo nel panorama giuridico italiano.
L’aggressione, avvenuta durante un turno pomeridiano nel triage del pronto soccorso, ha evidenziato le criticità legate alla sicurezza del personale sanitario. La recente sentenza della Corte d’Appello di Ancona non solo riconosce l’importanza della tutela dei diritti dei lavoratori in ambito sanitario, ma segna anche la prima pronuncia in Italia che combina il risarcimento per danno morale soggettivo e danno biologico in un caso di questo tipo.

L’Azienda Sanitaria Territoriale (AST) di Ascoli Piceno, coinvolta nel procedimento, si distingue per aver raggiunto questo primato a livello nazionale. Questo risultato sottolinea l’importanza di garantire ambienti di lavoro sicuri e protetti per il personale sanitario, riconoscendo al contempo il diritto al risarcimento per i danni subiti a causa di aggressioni sul luogo di lavoro. Il sindacato NurSind di Ascoli Piceno ha sostenuto con determinazione l’infermiera coinvolta, credendo fermamente nella causa e fornendo supporto continuo durante l’intero iter legale. Questo impegno ha contribuito in modo significativo al raggiungimento di questo importante risultato. Questa sentenza rappresenta un passo avanti nella giurisprudenza italiana, ponendo l’accento sulla necessità di proteggere chi opera quotidianamente per la salute pubblica e stabilendo un importante precedente per futuri casi simili.

“È la prima sentenza in Italia e noi speriamo possa fare scuola affinché tutte le aziende sanitarie adottino adeguate misure contro le aggressioni al
personale sanitario, un fenomeno purtroppo in costante aumento”. È il commento del segretario nazionale Nursind, Andrea Bottega, dopo il pronunciamento della Corte di appello di Ancona del 13 febbraio scorso che ha stabilito un risarcimento del danno morale soggettivo e di un danno biologico, per un totale di oltre 22mila euro, a favore di una infermiera aggredita nel 2017 mentre lavorava al triage del pronto soccorso dell’Ospedale di Ascoli Piceno.

“Il Nursind ha deciso di sostenere sin da subito la professionista aggredita – prosegue Bottega – e, alla fine, la linea adottata dall’avvocato del nostro Ufficio legale, Domenico De Angelis, uno dei più esperti in Diritto del lavoro, si è rivelata vincente”. Sull’infermiera si era scatenata la furia di una paziente in attesa di visita, circa un’ora prima dell’inizio del servizio di vigilanza notturna. La Corte d’appello ha stabilito che “c’è una responsabilità (seppure indiretta) dell’azienda nella determinazione dell’evento lesivo”, riporta la sentenza. Secondo i giudici sussistono “specifiche omissioni datoriali nella predisposizione di quelle misure di sicurezza suggerite dalla particolarità del lavoro, dall’esperienza e dalla tecnica, necessarie ad evitare il danno”.
“Si tratta di motivazioni che condividiamo. È noto che l’ambiente dei pronto soccorso, infatti – incalza il segretario -, sia tra i più sensibili ed esposti, proprio come ricordano anche i giudici. Ma ciò che riteniamo ancora più grave è l’inadempienza dell’azienda sanitaria che non ha messo in atto le indicazioni previste dalla raccomandazione del ministero della Salute, risalente al 2007, per prevenire atti di violenza nei confronti del personale”. È mancata, da parte dell’ente sanitario, “la dovuta attenzione non solo alla formazione, ma anche alla predisposizione di procedure di gestione di possibili atti di violenza.

Se fossero stati messi in campo, l’episodio non sarebbe degenerato. Ecco perché – punta l’indice Bottega – è inaccettabile che i professionisti non vengano adeguatamente preparati. In barba, tra l’altro, al lavoro e agli obiettivi dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (Onseps), tanto caro al Ministero”.
“Spiace, in sintesi – conclude -, dover constatare che i beni aziendali siano più protetti e tutelati del personale che si fa in quattro tutti i giorni per tenere in piedi il Ssn ed è costantemente alle prese con un lavoro gravoso e usurante”.

redazione
Author: redazione

Potrebbe interessarti anche

                       

Articoli correlati

                       

Dalla home
VUOI RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO?

Iscriviti al nostro
canale telegram

Autore

I Più LETTI
DELLA SETTIMANA

I Più condivisi
DELLA SETTIMANA

 

Ultime NEWS