Clima rovente sull’ospedale a San Benedetto del Tronto
Dopo la bocciatura del sindaco Antonio Spazzafumo arrivano le contestazioni del Comitato Salviamo il Madonna del Soccorso alla mozione sulla sanità proposta dal centrosinistra. La nota del Comitato è firmata dal presidente Nicola Baiocchi e dall’addetto stampa Rosaria Falco.
“Alcuni giorni fa – affermano – ci è stato inviato un documento dal titolo “Difendiamo la sanità pubblica del Piceno e di San Benedetto”. Riteniamo sia necessario commentare, per il momento, due passi che abbiamo letto e che appaiono a nostro avviso fuorvianti per i cittadini.
La prima: «Per ciò che riguarda San Benedetto la proposta del “nuovo ospedale” è illusoria e fuorviante. L’importo complessivo previsto di 80 milioni lo classificherebbe come una piccola struttura… è la metà di quanto già stanziato a Macerata e molto meno di quanto già speso a Fermo». Poiché siamo certi che i fautori di questo documento siano capaci di comprendere la matematica della seconda media, mostriamo pochi semplici calcoli.
Per l’Ospedale di Macerata, 550 posti letto (come affermato da Ceriscioli nel 2017), sono previsti dalla Regione 140 milioni, nel medesimo atto nel quale sono “prenotati” gli 80 milioni per l’ospedale di San Benedetto. Se ipotizziamo che il nostro nuovo ospedale avrà 250 posti letto, in proporzione basterebbero 63 milioni. Per l’Ospedale di Fermo, 380 posti letto, sono previsti 115,46 milioni. In proporzione, per il nostro ospedale basterebbero 76 milioni. Ricordiamo che il 3 gennaio 2020 la Casini disse che Pagliare (500 posti letto, 50 meno di Macerata) sarebbe arrivata a costare sino a 250 milioni: almeno il doppio della spesa preventivabile, anche considerando gli aumenti generalizzati degli ultimi tempi”.
Continuano Baiocchi e Falco: “Certo i proponenti del documento da cui poi è stata redatta la mozione sulla sanità di cui si dibatte oggi, potrebbero obiettare che per noi in AV5 deve esserci un solo ospedale di 1° livello con 500 posti letto, e che questo va edificato necessariamente a San Benedetto. Perché non chiarirlo subito? In questo caso, certo che 80 milioni sarebbero insufficienti! Ricordiamo che in AV2 l’ospedale di Senigallia ha 19 reparti, quello di Jesi 24, e sono solo due strutture su tre di un ospedale unico di 1° livello.
Un’altra osservazione sul punto in cui si legge che occorre “l’approvazione immediata di un piano sanitario che restituisca al Madonna del Soccorso i servizi di cui oggi è privo…”. A noi però non risulta alcun atto di programmazione sanitaria nel quale sia scritto che dovevano essere tolti al Madonna del Soccorso reparti e personale, come invece è avvenuto. Tranne la famosa lettera dell’ASUR – 2017, giunta Ceriscioli – con la quale ci furono tolti 43 posti letto a favore dei privati (a mezzo ordine per lettera riservata!). Quanto alla carenza di personale, si tratta di scelte della direzione di AV5: direzione che ha lavorato, sino all’arrivo del nuovo Direttore Esposito, con personaggi scelti tutti dal PD ascolano”.
Ancora il Comitato Salviamo il Madonna del Soccorso: “Dunque, per cominciare, il Comitato vorrebbe subito una nuova lettera dell’Asur che annulli il precedente scellerato ordine e restituisca i 43 posti letto “tagliati” nel 2017. Una semplice lettera, in qualsivoglia forma, non un intero piano sanitario.
Inoltre “… senza rimandare al futuribile “nuovo ospedale” le necessità di riqualificazione dei reparti e di integrazione del necessario nuovo personale”: su questo punto siamo perfettamente d’accordo, anche se è necessario ricordare che il 10 luglio 2020 l’allora consigliere regionale Urbinati affermò: «L’ospedale Madonna del Soccorso è tutt’altro che smantellato… è altamente operativo… le conquiste in questi anni sono state molteplici… il nostro nosocomio non può essere definito smantellato, nulla è passato al Mazzoni». In quell’occasione il consigliere non proferì parola sui 43 posti letto sottratti, come più volte denunciato dal comitato. Le sue dichiarazioni erano in risposta alle nostre ripetute e documentate denunce sulle annose carenze di reparti, personale e attrezzature del nostro ospedale”.
Concludono Baiocchi e Falco: “Una spiegazione da parte degli attuali critici su cosa sia improvvisamente accaduto in meno di 20 mesi pensiamo sia doverosa. Ci riserviamo comunque di apportare il nostro contributo tecnico all’integrazione del documento da votare auspicabilmente all’unanimità, qualora gli attuali amministratori comunali ritenessero di coinvolgere il Comitato, che si è già reso coadiutore di una analoga operazione con incontestabile successo”.
