A mobilitarsi sono le sigle Filcams Cgil Ancona e Fisascat Cisl Marche che contestano il rinnovo del contratto integrativo aziendale
di Gioele Pincini
Per la terza volta in tre mesi i lavoratori di Ikea Ancona incroceranno le braccia. Lo sciopero, indetto per sabato 10 maggio dalle ore 9:30 alle 12:30, sarà accompagnato da un presidio sindacale di fronte al punto vendita. A mobilitarsi sono le sigle Filcams Cgil Ancona e Fisascat Cisl Marche, che contestano la proposta dell’azienda sul rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale, scaduto nel 2016.
La protesta segue la rottura delle trattative nazionali tra i rappresentanti dei lavoratori e la direzione aziendale, accusata dai sindacati di voler introdurre misure peggiorative rispetto alla normativa vigente e al precedente integrativo. Tra i punti più controversi, l’obbligatorietà del lavoro nei giorni festivi, l’innalzamento a 24 mesi dell’anzianità richiesta per le maggiorazioni festive e domenicali ai nuovi assunti, una deroga di un anno per il passaggio al terzo livello contrattuale e la cancellazione della cosiddetta “malattia statistica”.
“Dopo anni di trattative – dichiarano Filcams e Fisascat – non possiamo accettare che il rinnovo contrattuale si traduca in un arretramento dei diritti. Ikea, pur disponibile a un’intesa, impone condizioni che penalizzano pesantemente i lavoratori, soprattutto quelli più giovani o neoassunti”.
Lo sciopero si inserisce in un clima nazionale di crescente tensione nel settore della grande distribuzione organizzata, dove numerose realtà, secondo i sindacati, stanno tentando di rivedere al ribasso le condizioni economiche e normative dei dipendenti.
Nel frattempo, l’azienda non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali sull’iniziativa di sabato. I lavoratori, intanto, si preparano a una nuova giornata di mobilitazione: “Chiediamo il rispetto della dignità e del valore del lavoro – ribadiscono i sindacati – e un contratto che riconosca l’impegno quotidiano dei dipendenti, soprattutto in un contesto economico ancora incerto”.
Qui di seguito la nota stampa di Ikea Italia:
“IKEA conferma che, purtroppo, le negoziazioni relative al rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale si sono interrotte dopo una lunga e importante trattativa, avendo appreso che le Organizzazioni Sindacali hanno ritenuto non soddisfacente la proposta aziendale presentata.
Pur nel rispetto delle decisioni dei sindacati, siamo dispiaciuti dell’esito riscontrato, in quanto l’impegno dell’Azienda era volto a migliorare ulteriormente le condizioni economiche già riconosciute a tutti i co-worker dall’attuale Contratto Integrativo con interventi sia sul versante del welfare che delle maggiorazioni, in IKEA già ampiamente migliorative rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale. In particolare, la proposta di IKEA intendeva incrementare le maggiorazioni per il lavoro domenicale e festivo e creare un premio uguale e inclusivo accessibile a tutti i co-worker, con un significativo aumento degli importi: ad esempio per un addetto vendita full time l’importo del premio avrebbe superato i €2.000 lordi. Inoltre, sarebbero stati previsti maggiori investimenti in formazione per sostenere i percorsi di sviluppo dei co-worker attraverso l’accrescimento delle competenze specialistiche, e l’introduzione di un importo annuale per tutti i lavoratori da poter spendere su una piattaforma di welfare in beni o servizi. Infine, la nostra proposta comprendeva ulteriori benefit innovativi quali un supporto alle persone che accedono a percorsi di procreazione medicalmente assistita o nei confronti di co-worker che intraprendono percorsi di transizione di genere. IKEA ribadisce di non aver proposto alcun peggioramento rispetto a quanto già riconosciuto dalle normativa e dal Contratto Integrativo vigente. In tal senso, ad applicare il Contratto Integrativo vigente e con esso tutti i benefici in esso previsti. Infine, per quanto riguarda le aperture dei nuovi formati (PAOP), IKEA ribadisce che si tratta di formati innovativi che consentono di essere più vicini alle esigenze dei clienti e precisiamo che all’interno degli stessi tutti i diritti sindacali previsti dalla normativa vigente sono garantiti”.
