ECCELLENZA – L’attaccante del Chiesanuova: “Squadra nuova, serve amalgama, qui però mi sento in famiglia”
di Angelica Mancini
Lorenzo Sbarbati continua ad indossare la maglia del Chiesanuova anche per questa stagione. Attaccante di grande esperienza, con oltre un decennio trascorso tra Eccellenza e Serie D, gli abbiamo chiesto di condividere le sue impressioni sulla squadra a pochi giorni dall’inizio ufficiale del campionato.
Com’è andata la preparazione estiva?
“È stata dura, però è stato un bel mese e mezzo e ci siamo preparati al meglio. Adesso iniziamo con le partite di campionato, che sono quelle che contano davvero, e cerchiamo di farci trovare pronti. I carichi sono stati pesanti, magari non saremo particolarmente brillanti nelle prime giornate ma siamo fiduciosi”.
Domenica scorsa c’è stato il primo appuntamento ufficiale con la Coppa. Come ti è sembrata la squadra?
“La squadra, rispetto allo scorso anno, è cambiata parecchio e quindi c’erano diverse incognite. Poi, c’era anche il fatto che fosse la prima partita ufficiale e non la si voleva perdere proprio per cercare di iniziare bene la stagione e di dare un po’ di morale alla squadra. A mio parere, è stata una partita per certi aspetti bloccata, perché da entrambe le parti non c’era assolutamente voglia di perdere e di conseguenza si è badato di più a difendere piuttosto che ad attaccare. Dal punto di vista della squadra, come dicevo prima, abbiamo cambiato tanto rispetto allo scorso anno, ma i ragazzi che sono arrivati sono tutti giocatori validi ed importanti per la categoria. Certamente, ci vuole ancora un po’ di tempo per amalgamare bene i nuovi con i vecchi. Però posso dire che sono stati tutti bravi a mettersi a disposizione, ad entrare fin da subito nel mondo Chiesanuova e ad oggi siamo pronti per questo inizio di campionato”.
Cosa ti ha spinto a restare con il Chiesanuova?
“In primis il fatto di essere in un un ambiente in cui mi sono trovato bene, come in una sorta di famiglia. In passato ho giocato anche con diverse altre piazze, però quando ci si trova bene con una società che non ti fa mancare nulla non hai motivo di guardarti intorno. Ancor di più perché alla mia età, poiché non sono più un giovanotto per il mondo del calcio, conta maggiormente sentirsi bene e sentirsi apprezzati piuttosto che andare a cercare di fare carriera. Ormai quel che è fatto è fatto. Sono state principalmente queste le motivazioni che mi hanno spinto a rimanere”.
Un tuo parere sul campionato in questa stagione?
“Penso che negli ultimi anni il livello dell’Eccellenza si sia alzato tantissimo. Non ci sono più squadre cosiddette materasso, come magari c’erano nelle stagioni passate. Prima era più frequente che ci fossero delle squadre che arrivavano alla fine con molto distacco. Oggi è diventato un campionato molto livellato. Addirittura, mi ricordo dallo scorso anno che nel girone di andata le prime dieci squadre erano a tre/quattro punti di distanza. Questa è la dimostrazione che c’è poco distacco e sono i particolari a fare la differenza in questa categoria”.
Ti sei prefissato un obiettivo personale?
“Sinceramente, non più. A questo punto è più importante quello che fa la squadra. Certo che per un attaccante è importante fare goal ed essere al centro della propria squadra. Senza alcun dubbio cercherò e cercheremo di portare la squadra a vincere e fare più punti possibili. Però bisogna sempre e comunque mettere al primo posto la squadra che è la cosa più importante. Anche perché gli obiettivi si raggiungono così e non volendo fare le cose da soli”.