Save the Youths, quando l’aggregazione va in gol e batte il razzismo

TERZA CATEGORIA – La squadra del Fermano con tanti stranieri: obiettivo socialità e integrazione

 

di Marco Berrè

A Fermo c’è una realtà che sposa il calcio con l’impegno nel sociale, il suo nome è Save the Youths. Il presidente di questa società è Tayeb Dadach, un ragazzo nato in Marocco, ma residente in Italia da molti anni, che racconta com’è nata la squadra e come conciliare questi mondi apparentemente distanti tra loro.

 

Il presidente della squadra Tayeb Dadach

Com’è nata la squadra Save the Youths e in che anno?

La squadra prese vita nel 2018, dal connubio tra due realtà: la Fattoria Sociale Montepacini che si occupa di aiutare ragazzi con disabilità e la Save the Youths, che è una associazione panafricana; le due realtà avevano un rapporto grazie ai progetti che al tempo si chiamavano Sprar, oggi sono denominati Sai, cioè Sistema Accoglienza e Integrazione, questi progetti hanno come obiettivo l’insegnamento della lingua italiana, formazione attraverso tirocini, eventuali sedute dallo psicologo e aiuto nel trovare una dimensione abitativa, al fine di dare un’autonomia a quelli che sono richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria. Ad un certo punto si è deciso di creare una squadra di calcio e iscriverla al campionato di Terza Categoria. Ma proprio qui sono nate le difficoltà, in quanto non è stato facile tesserare ragazzi che non hanno una vera e propria residenza effettiva, quindi abbiamo chiesto aiuto alla federazione e grazie alla pazienza e la dedizione del delegato provinciale Malaspina, siamo riusciti a risolvere tutti i problemi e siamo partiti con il campionato nel 2018.

 

Di che nazionalità sono i vari calciatori?

In prevalenza abbiamo giocatori del Gambia, poi Senegal, Italia, Costa d’Avorio, Mali, Ghana, Sierra Leone, Brasile, Macedonia, Guinea e Nigeria.

 

Qual è stato il momento migliore della Save the Youths?

Sicuramente lo scorso campionato, poiché è stato un continuo crescere; non è facile tenere unito il gruppo, quando hai così tante nazionalità diverse, ma con il tempo ci siamo amalgamati e abbiamo fatto un ottimo campionato, chiudendo al nono posto.

 

Qual è l’obiettivo per la stagione 2022/23?

Partecipare ai play off, quindi almeno il quinto posto. Poi il nostro intento è anche quello di far giocare dei calciatori che in futuro potrebbero essere oggetto del desiderio di squadre più importanti, in modo da conciliare sia l’aspetto calcistico sia quello dell’integrazione, poiché quando ci si trasferisce in una nuova squadra, molto spesso si cambiano comune e abitazione, andando quindi a stimolare tutti quei processi integrativi, fondamentali in certi contesti.

C’è una squadra che temete maggiormente in questa stagione?

Non c’è una squadra che temiamo in particolar modo, anche perché i valori in campo cambiano molto da anno in anno. Noi di certo affronteremo ogni avversario dando sempre il massimo, indipendentemente dalla loro caratura, questo è il nostro motto.

 

E’ nata una rivalità particolare con qualche squadra del vostro campionato?

No assolutamente, nessuna rivalità, anzi al contrario veniamo trattati bene, tra tutte le squadre è nato un rapporto particolare con il Tirassegno, che ora è in Seconda Categoria, ma anche gli altri team ci hanno sempre rispettato, tranne qualche caso sporadico, che naturalmente ci auguriamo ne siano sempre di meno. Noi ci teniamo e insegniamo ai nostri giocatori le regole e il rispetto, affinché comportandosi bene e sportivamente si possa abbattere il pregiudizio.

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