Sardo, gemelli predestinati: Fermana pazza per Mattia, con l’Isernia assenza pesante

SERIE D – Alla scoperta del romano classe 2005 ex Ostiamare, subito decisivo con gol e due penalty in tre partite. Il fratello Jacopo, ex Lazio, è in Nazionale Under 20

E’ Sardo ma laziale, anche se è già diventato marchigiano di Fermo. Che impatto Mattia Sardo, esterno d’attacco romano classe 2005, under della Fermana di Bolzan. L’ex Ostiamare, un passato nelle giovanili della Roma, dove incrociò per un periodo anche Alessandro Bolzan, figlio del suo attuale allenatore, è partito a duemila all’ora. Gol e rigore procurato con la Recanatese, altro penalty portato a casa con l’Atletico Ascoli e sei punti in classifica per i canarini.

Ora, però, con l’Isernia non ci sarà: dannato doppio giallo patito nel finale a Monticelli, squalifica che pesa. Staff all’opera per riflettere sulla nuova disposizione. Possibile che giochi l’over Pinzi nel tridente e venga inserito un under in più in difesa (Polanco?). Si vedrà domenica alle ore 15, quando purtroppo Sardo sarà in tribuna.

Turno forzato di riposo per il 19enne, mentre la Fermana è già pazza di lui e il suo manager, l’avvocato Clemente Severati, se lo coccola. La saga dei Sardo promette bene. Mattia ha un fratello gemello, quel Jacopo Sardo, mezzala, punto di riferimento dell’Under 20 allenata da Bernardo Corradi. Jacopo, ex Primavera Lazio, lo scorso anno è arrivato ad un passo dallo Scudetto di categoria, è letteralmente esploso con una stagione da 8 reti totali ed ha richiamato l’attenzione di tutte le big italiane. La scelta estiva, però, è ricaduta su una esperienza affascinante: l’altro Sardo ha firmato infatti un biennale con il Saarbrucken, Serie C tedesca paragonabile ad una B italiana, società satellite del Bayer Leverkusen. L’ennesimo talento all’estero dove si cresce meglio e più in fretta.

Mattia, invece, ha optato per la Serie D e per Fermo, dove può realmente svoltare. Bolzan gli ha cucito un vestito perfetto, ricollocandolo nel suo ruolo ideale – ad Ostia da quinto era sacrificato spesso a tutta fascia -, e l’inizio è stato scoppiettante. Che peccato non averlo anche con l’Isernia.

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