Sanremo 2025, analisi e commenti a caldo della prima serata: “Fedez e il grido d’aiuto, Conti col fiatone”

di Lorenzo Pugnaloni

Ieri sera si è aperta la settantacinquesima edizione del Festival di Sanremo: 29 cantanti si sono esibiti sul palco più atteso d’Italia, emozionando ognuno a proprio modo la platea dell’Ariston e i milioni di spettatori a casa. A rompere il ghiaccio ci ha pensato Gaia, mentre gli ultimi ad esibirsi sono stati i The Kolors.

La toplist dei cinque, stilata dal duro e imparziale giudizio della sala stampa, tv e web, è formata da: Brunori Sas – L’albero delle noci; Giorgia – La cura per me; Lucio Corsi – Volevo essere un duro; Simone Cristicchi – Quando sarai piccola e Achille Lauro – Incoscienti giovani.

La vera sorpresa è stata, oggettivamente parlando, Lucio Corsi: il cantautore toscano ha stregato gli addetti ai lavori con una delle poche canzoni ad uscire dai “binari”. Introduzione al pianoforte, assolo di chitarra elettrica, un look ispirato al glam anni ‘70 e la capacità, grazie al testo, di raccontarsi con leggerezza e spontaneità senza mai sfociare nel banale.

Pareri a caldo del sottoscritto: la puntata sembrava essere cominciata in maniera “silenziosa”, per oltre venti secondi circa, infatti, è andato via l’audio ma, nonostante tutti i nonostante, Carlo Conti è riuscito a reggere botta. Unica pecca al conduttore è l’essere partito, e pure arrivato, con l’acceleratore a mille: sembrava come se fosse scocciato che ogni cantante, appena esibito e con l’emozione a mille, prendesse quei cinque minuti per raccontarsi e parlare un po’. Poi, bellissima e fenomenale Giorgia; Rose Villan che, prima di iniziare, urla “Si ‘na preta”, ha stregato tutti compresi gli utenti dei social e, dulcis in fundo, Fedez… la canzone dice tanto ma quello che esprimeva il rapper cantando, a modesto parere, ancora di più: una richiesta d’aiuto? Un grido silenzioso?

Author: redazione