San Severino, doppio appuntamento con “Incontri con l’Autore”

Sabato 26 ottobre Egidio Pacella presenterà il suo libro “Pipinara”; domenica 27 l’architetto Luca Maria Cristini parlerà di “San Severino vescovo di Settempeda”

I Teatri di Sanseverino questo weekend propongono un doppio appuntamento con la rassegna “Incontri con l’Autore” per presentare due libri dedicati a San Severino Marche, alla sua gente e al suo territorio.

Sabato (26 ottobre) alle ore 17, ad ingresso libero nell’auditorium dell’Istituto comprensivo “Tacchi Venturi”, viene presentato “Pipinara” di Egidio Pacella.

Ex docente di scuola media, da alcuni anni Pacella si dedica a brevi pubblicazioni di storia e costume locale. Stimolato da un progetto di inclusione, elaborato nell’anno scolastico 2017-2018, “Pipinara” è un viaggio della memoria che si compie a ritroso per raccontare i giochi infantili del passato. Dalle narrazioni emerge una San Severino Marche che fu dove i vicoli e le piazzette sono territorio incontrastato e animato da bande di bambini vocianti, in sfida perenne tra loro, impegnati, a volte, in giochi che oggi considereremmo altamente e scandalosamente pericolosi.

Nella realizzazione dell’opuscolo sono stati coinvolti alcuni studenti dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, guidati dal professor Paolo Gobbi, e giovani grafici settempedani. Tra gli interventi previsti, oltre a quello dell’autore, anche quelli del prof. Sandro Luciani, dirigente dell’Istituto comprensivo “Tacchi Venturi”, del prof. Paolo Gobbi dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, di Donella Bellabarba. Modererà l’incontro Sante Petrocchi.

Domenica (27 ottobre), alle ore 17 ad ingresso libero all’Italia, l’architetto Luca Maria Cristini presenta invece il libro “San Severino vescovo di Settempeda”, edizioni Hexagon. Interverranno Daniele Salvi, capo di Gabinetto della Presidenza del Consiglio regionale delle Marche, e Vincenzo Varagona, giornalista della Tgr Rai3 Marche. Un volume che racchiude storia, santità, leggenda e devozione e che è il frutto di lunghe ricerche d’archivio, bibliografiche e iconografiche che hanno portato a scoprire tante cose nuove sulla figura del Patrono settempedano.

Dedicato a don Quinto Domizi, appassionato studioso che mai ha voluto scindere il valore artistico da quello devozionale, il volume raccoglie notizie da fonti inedite e fa il punto sul ricco corpus iconografico su San Severino: su quanto ancora esiste e su quanto, purtroppo, è andato perduto. Oltre al dipinto di Lorenzo D’Alessandro a Cleveland e quello di Bernardino di Mariotto della Pinacoteca Vaticana, entrambi legittimamente acquistati, ce n’è un altro, bellissimo, che è stato frutto di confisca napoleonica nel 1811. È a Osnago, in provincia di Lecco, nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano. La pubblicazione, poi, come indicato dall’autore porta anche a scoprire la verità sulla data della festa del Santo, per secoli confuso con il proprio omonimo evangelizzatore dell’Austria, San Severino abate del Norico.

Alle ricerche d’archivio si è accompagnata una specifica campagna fotografica condotta, tra mille difficoltà per l’inagibilità di molti contenitori a causa del recente sisma, da Pamela Natalini e Alberto Cervigni.

L’opera si apre con un saggio iniziale che raccoglie criticamente le vicende della vita del Santo, cercando di fare ordine nella grande messe di ipotesi, notizie, fonti manoscritte che si sono stratificate nei 376 anni che ci separano dal 1643, anno in cui fu edito il primo e ultimo volume monografico su San Severino vescovo di Settempeda. Il catalogo presenta insieme alle schede di opere d’arte anche schede di calcografie e una disamina sui santini a stampa pubblicati fino ad oggi.

I due incontri sono patrocinati dal Comune di San Severino Marche.

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