Il ‘Sindaco del terremoto’ ricorda la gara di solidarietà dei polentari a favore delle popolazioni colpite dal sisma del 1997 e critica le lentezze della ricostruzione: “Dopo 8 anni solo il 50% delle opere realizzate”
di Maurizio Verdenelli
Per amore di Viola, tenera testimonial a quattro zampe che ha accompagnato le ondate dei visitors; per amor del Cielo (dove il Comitato ha notoriamente un Santo) che ha indirizzato la lancetta del meteo sull’azzurro dribblando l’alluvione marchigiana e soprattutto per amore di vergare & vergari: comincia dunque da 3 la narrazione del record dei record stabilito dalla 48. Sagra della Polenta a Santa Maria in Selva, Treia. Andata in archivio ieri. Na c’e’ un dato a spiegare il tutto. Domenica mattina Marina & C. pur a malincuore hanno dovuto informare le lunghe fila degli aspiranti al pasto domenicale che la polenta (non già il resto del cibo) stava rapidamente esaurendosi nonostante gli ‘straordinari’ garantiti dai paiuoli elettronici. E che pur nell’aria miracolosa dell’antica grancia dell’Abbadia di Fiastra non erano prevedibili moltiplicazioni dell’oro giallo in piatto di plastica. Gia’ l’oro di Loro di S.Maria in Selva con tanti giovanissimi finalmente ‘coscritti’ in t-shirt gialla, la divisa del polentaro treiese. Il ‘miracolo’ in fondo sono stati loro: i protagonisti di una piccola comunita’ che hanno raccolto una popolazione di visitors dieci e dieci volte e più superiore a quella autoctona. E che a raccogliere l’eredità di Gianni, Gabriele (piu’ di uno), Federico, Tonino, Marco, Maria Pia, Marina e tante/i altri ci sono – una volta tanto, udite, udite- le nuove generazioni.
Ospite d’onore dell’ultimo giorno di Sagra, al microfono del conduttore Matteo Pasquali, l’indimenticabile ‘Sindaco del terremoto’, l’ex primo cittadino di Serravalle di Chienti Venanzo Ronchetti. “E’ per me motivo di commozione ritornare qui a S.Maria in Selva -ha detto Venanzo’ nel ricordo del grande amico don Giuseppe Branchesi e dei polentari che tanto generosamente s’impegnarono a portare aiuto e sollievo alle popolazioni colpite dal sisma del ’97. E non dimentico certo quella radiosa domenica del 20 aprile 2008 sull’altopiano tra Marche ed Umbria quando i polentari da tutt’Italia dell’associazione presieduta da don Peppe distribuirono 5.000 pasti promuovendo un’importante raccolta fondi. La manifestazione intitolata ‘Il sapore della solidarieta’ (un’idea-forza elaborata da scrive ndr) ebbe la testimonianza del cardinal Ersilio Tonini, in diretta da Ravenna. E ricordo ls presenza dei coniugi Ricci con i quali papa Wojtyla aveva condiviso nella baracca degli sfollati a Cesi un breve break ed una tazza di the”. Che pensa il ‘Sindaco del terremoto’ della ricostruzione post sisma del 2016? “Non tutto il bene del mondo sopratutto confrontandone il bilancio dopo 8 anni, pur riconoscendo gli sforzi soprattutto dei commissari Legnini ed ora del sen. Castelli. Un po’ di burocrazia e’ stata finalmente limata, tuttavia ad oggi solo il 50% delle opere e’ stato realizzato con qualcosa in piu’ in riferimento alla ricostruzione ‘privata”. Ma i sindaci del cd ‘cratere sismico’ non protestano? “La collettiva anima battagliera di 27 anni fa pare essersi in effetti un po’ intiepidita. Tutto va bene, madama la marchesa? No, non tutto…”. E negli occhi del ‘Sindaco del terremoto’ (quello del 97 vanta una ricostruzione al 90%) brilla l’antico ‘spirto guerriero’.