Romizi faro della Fermana: “Piazza blasonata, girone divertente da giocare”

SERIE D – Il centrocampista toscano capitano dei gialloblù, ex Vigor Senigallia che risiede ad Ancona: “Le Marche mi sono entrate nel cuore”

Marco Romizi, 350 presenze nei professionisti, è il catalizzatore della Fermana. Il suo “sì” è stato il primo, a cascata sono arrivati tutti gli altri. Pietra miliare scintillante per il nuovo progetto. Un corso gialloblù partito subito a razzo nonostante quaranta giorni fa ci fosse il deserto. “Sarei un falso se dicessi che mi aspettavo che in venti giorni si creasse un gruppo affiatato capace di soffrire e conoscersi – ha detto in conferenza il centrocampista toscano ex Vigor Senigallia-. Non mi era mai capitata una preparazione così breve, dovendo giocare subito le partite ufficiali. Non era facile organizzare gli allenamenti, nei primi giorni ci siamo dati una mano e siamo stati intelligenti nel gestire il momento. Il prof (Quintili, ndr) ci ha dosato perfettamente. Dopo la vittoria con la Recanatese all’esordio ho comunque invocato la parola equilibrio, sarà la chiave di questa stagione. C’è comunque sicuramente da migliorare, negli approcci e nell’essere padroni del campo durante la gara, sperando che migliori anche il manto erboso del Recchioni”.

In questo momento due vittorie su sintetici ostili, una sconfitta casalinga nel derby con l’Ancona. Il manto sconnesso dello stadio può essere un limite? “Ma anche noi possiamo alzare il pallone scavalcando il centrocampo, abbiamo un mix di caratteristiche”, ha risposto in via diplomatica Romizi, uno che ha carisma e personalità da vendere. Lo scorso anno al Bianchelli ha conosciuto il girone F di Serie D con la Vigor, lui che vanta sei anni di B e tanta Lega Pro. “Negli ultimi anni ho giocato nel girone I (Cavese, ndr) che è molto molto impegnativo, con giocatori importanti e di categoria superiore, ricco economicamente. Le differenze? Poche, anche qui ci sono squadre molto tecniche, credo che il nostro sia un gruppo molto divertente da vedere e da giocare. La Fermana è una delle piazze più blasonate. Per questo l’ho scelta fidandomi delle persone”.

Ma cosa ci fa un toscano di casa ad Ancona? “Le donne comandano sempre nella vita degli uomini. Tre anni fa ho conosciuto Arianna – ha confidato Romizi – che è entrata nel mio cuore così come questi territori. In Toscana tra Arezzo e Firenze rimane invece la mia famiglia. Chissà se continuerò a far ritiri e girare, vedremo il mio futuro nel calcio… E’ uno sport che mi ha dato tanto, magari ci rimarrò. Il ricordo più bello? Di sicuro i sei anni di Bari con la semifinale playoff per la Serie A e 60mila persone al San Nicola. Capii di aver raggiunto il mio sogno. Il rimpianto? Non essere mai riuscito ad entrare in un campo di Serie A, nonostante sei mesi vissuti a Firenze con Mihajlovic e Delio Rossi. Devo dire che sono contento di quello che ho fatto in carriera, è un lavoro difficile, devi sempre battere bene il chiodo, a scendere ci metti un attimo e purtroppo questo è capitato nell’ultima parte del mio percorso”.

L’attualità ora si chiama Isernia, che domenica arriverà al Recchioni. “Non possiamo sottovalutare nessuno. Chi mi ha stupido? Tafa-Karkalis dietro sono molto affiatati, è come se giocassero insieme da anni. Mi danno sicurezza. Poi l’esperienza di Ferretti e i giovani Casucci, Polanco, Sardo, anche se quest’ultimo l’ho bacchettato per la simulazione con l’Atletico Ascoli e il rosso: con l’Isernia ci mancherà”.

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