“Dobbiamo farci sentire”
Matteo ha 12 anni, vive a Recanati con i genitori e suo fratello, è un ragazzo autistico e suo malgrado è stato protagonista di una vicenda che sta diventando sempre più un’abitudine. Oggi tutti i suoi compagni di classe sono andati in gita, lui no. Perchè? Perchè la scuola media che frequenta non è riuscita a garantire la presenza dell’insegnante di sostegno. Quello che lo segue abitualmente aveva un impegno importante e non è stato possibile trovare un sostituto. Gli altri docenti si sono rifiutati di accompagnarlo.
“Avevo pagato la quota, lo avrebbe accompagnato uno dei suoi due insegnanti di sostegno e un educatore che sarebbe rimasto mezza giornata. Quando l’insegnante che doveva andare con lui ha dovuto rinunciare per un impegno, gli altri gli hanno voltato le spalle”. E’ il racconto di Cristiana Picchio, mamma di Matteo. “Mi hanno proposto un’alternativa: avrei potuto accompagnarlo io o farlo rimanere solo mezza giornata. Ho detto di no; questi sono momenti che servono a lui per conquistare sempre più indipendenza e autonomia. Momenti che gli sono stati negati”.
“Dobbiamo farci sentire. Oggi è successo a Matteo, domani potrebbe accadere ad un altro. Non devono più essere considerati più ragazzi di Serie B!” – conclude.
Poi Cristiana scrive in un post sui social che sta diventando virale con grande appoggio da parte di chi si è trovato nella stessa situazione e non: “Amarezza. Una sola parola per descrivere il mio stato d’animo. Siamo nel 2025 e ancora succede questo: bambini con bisogni speciali lasciati indietro perché “è complicato”, “mancano le risorse”, o – peggio – perché si fa finta che non esistano. Ma mio figlio esiste”.
“Ha diritto a partecipare, a vivere esperienze come tutti gli altri. Ha diritto alla scuola, all’inclusione, alla dignità. Mi chiedo: quando si parla di “scuola inclusiva”, cosa si intende davvero? Perché se includere significa dire “tu no” proprio nei momenti più belli e formativi, allora il problema è profondo. Ed è culturale. Non starò in silenzio. Perché dietro ogni bambino escluso, c’è un sistema che sta fallendo. E questo non possiamo più accettarlo!” – conclude.
Nella pioggia di commenti si legge: “Benvenuta nel club delle mamme di figli esclusi” e ancora “La menzionano tante volte ma di fatto l’inclusione non esiste“.
