“Non è possibile smettere di investire su opere che possono garantire la sicurezza dei minori”
Da “Uniti per Treia” riceviamo
“Il commissariamento ha smascherato due anni di sceneggiate di Capponi sulla scuola. Le dimissioni dei consiglieri di maggioranza, pretese dall’ex sindaco poi sospeso, hanno portato all’ovvio congelamento delle scelte imposte sul futuro delle strutture scolastiche della città. È scomparsa perché mai esistita la mannaia delle scadenze che consentiva, guarda caso, soltanto la realizzazione delle insindacabili soluzioni confezionate da Capponi. Fretta e urgenza sulle quali la maggioranza ha smentito pure se stessa proprio con le dimissioni, portando la Città in un regime di ordinaria amministrazione. Il tempo è stato perso, questo sì, rispetto a un reale confronto con i cittadini, i tecnici, le parti sociali ed economiche, mai avvenuto. Tempo perso rispetto alle indagini necessarie, non pervenute, sulle possibili aree, sui costi di mensa e servizi di trasporto, sulle prospettive anagrafiche della città, sull’inquinamento acustico e quant’altro, mai consegnate. Il tempo è però anche galantuomo e ha rivelato come la nostra protesta fosse fondata e che nessuno dei due nuovi plessi voluti da Capponi fosse interamente finanziato: circa la metà su almeno i 20 milioni di euro necessari.
Il dibattito su un tema così importante non poteva e non può a maggior ragione rimanere in naftalina in attesa delle prossime elezioni. La campagna di ascolto lanciata nei mesi scorsi da Uniti per Treia ha portato alla luce esigenze e problematiche reali, oltre al grave stato di disinformazione in cui gravano le famiglie treiesi, che vanno aggiornate e approfondite. È necessario rilanciare il confronto affinché si arrivi a una proposta che sia la più possibile condivisa, fattibile, sostenibile economicamente, con strutture all’avanguardia e sicure per le nuove generazioni. Ogni soluzione, tuttavia, va intesa in un’ottica più ampia che non preveda l’abbandono al proprio destino del Centro storico e che si realizzi sulla base di un sistema integrato con le esigenze, economiche e di servizi, di tutto il territorio comunale.
Inoltre, non è possibile smettere di investire su opere che possono garantire la sicurezza dei minori in vista di nuove opere. Non è concepibile che sia il terremoto a far da collaudo alle scuole dei nostri figli. L’adeguamento sismico deve essere effettuato a prescindere da dove e quando si andrà a costruire. Le migliorie necessarie ai plessi e segnalate dai rappresentanti del Consiglio d’Istituto vanno valutate e prese in carico nel più breve tempo possibile, non ignorate. Ad oggi, invece, grazie al lascito di Capponi, alcuni Istituti rimangono fuori da tale logica perché da smantellare chissà quando. È necessario un cambio di mentalità: le scuole dei nostri figli devono essere le più sicure possibili fintanto che siano aperte alla didattica. Costi quel che costi. Questa è l’unica vera priorità.”