Quelle serate a casa di Giorgio, il sindaco che aveva risolto la ‘crisi albanese’

Camporotondo sul Fiastrone. Causa Covid rinviati i funerali dell’ex sindaco Diletti. Il cordoglio di un’intera comunità e del ‘concittadino’ Cesare Bocci

di Maurizio Verdenelli

Rinviate a data da destinarsi le esequie di Giorgio Diletti previste questa mattina nella chiesa di San Marco prospicente il palazzo comunale dov’è la camera ardente di colui che resterà per sempre il Sindaco di Camporotondo sul Fiastrone. L’emergenza Covid farà polungare ‘fisicamente’ il lutto e l’addio per Giorgio, l’amico di tutti, l’uomo stimato e saggio, punto di riferimento della comunità.

Tutto era pronto per l’ultimo saluto nella chiesa parrochiale dove appena qualche anno fa Diletti ‘condusse’ la fedele Brigata di Amici ‘fuori le Mura’ (quorum ego) per ricordare Michele De Feis. L’ex prefetto di Macerata, Vicenza, Trieste, direttore generale agli Interni, poi della nascente provincia di Fermo era stato infatti per anni la presenza fissa del Gruppo che si riuniva nella bella e grande casa del sindaco fuori dal paese, affacciata sui Monti Azzurri. Prefetti e questori, presidenti di enti territoriali (a cominciare dall’affezionatissimo fedelissimo Pettinari, continuando con Giorgio Bottacchiari e Fabio Macedonj), alti gradi delle Forze dell’Ordine, generali, giornalisti, sindaci presenti e passati. Tra questi il ‘Delfino’ del padrone di casa, il futuro sindaco Emanuele Tondi, docente Unicam, il geologo che nel 2016 ha individuato la faglia del piu’ devastante sisma dell’Italia centrale da 160 anni a questa parte. Geologo, Emanuele, come Cesare Bocci, l’attore famoso, il vice del commissario Montalbano, paesano ed amicissimo di Giorgio di cui piange la scomparsa.

A ricordare tuttavia quel Gruppo (non lo nascondo) si potrebbe per assurdo pensare ai preparativi di un…Colpo di Stato ordito nel silenzio dei Sibillini tra una pietanza e l’altra servite da Anna e Monia Diletti, moglie e figlia di Giorgio – che a quest’ultima aveva intitolato il bar all’ingresso di Camporotondo. Già si sarebbe potuto pensare …al Golpe se non fosse stato che tutti quegli integerrimi servitori della Repubblica, non avrebbero accettato neppure per tutto l’oro del mondo un invito in case private. Ad eccezione di casa Diletti. Di Giorgio ci si poteva fidare. Sin da quel caldissimo 91 quando, unico sindaco del Maceratese prescelto a sbrogliare l’inquietante ‘matassa albanese’, seppe gestire l’accoglienza di chi era fuggito dalla propria terra in fiamme approdando sulle coste marchigiane. Non fu affatto facile risolvere quella prima questione d’immigrazione con personalità problematiche, rese ancor più dalle violenze e dalla paura. Ci pensarono Giorgio, affabile ma determinato….e pure San Francesco nel cui nome sorge da secoli il coevo convento di Colfano dove furono ospitati i profughi. La ‘crisi albanese’ mise in evidenza il talento del sindaco di Camporotondo. E tutti ne furono ammueati. Nacque un’amicizia vera, profonda. Incontrarsi certe sere a casa di Giorgio fu naturale. Serate dove talvolta si avviavano progetti culturali, ad esempio la stagione teatrale con sede a Caldarola pronubi Macedoni e la compagnia Valenti di Treia.
Serate che si concludevano comunque ed inevitabilmente con il ‘tresette’ dove De Feis -accompagnato dal fedelissimo sindaco di Potenza Picena, Leonardo Melatini – prevaleva nell’ultima sfida, al fatidico grido “lo scherzo è finito!” sul presidente della Provincia, Pettinari Tonino. In tal modo tra mai contenute recriminazioni ed esultanze si concludevano quelle serate tra vincitori e sconfitti.
Nella memoria restano il calore dell’amicizia che ogni volta si rinnovava e quello ‘scherzo che finiva’ all’ultima smazzata del Signor Prefetto, che vorremmo ora cristallizzato in un tempo per sempre indefinito.

 

Curriculum Vitae di Giorgio Diletti:

Dal 1980 al 1985 Assessore
Dal 1985 al 1988 Vice Sindaco
Dal 1988 al 2004 Sindaco
Dal 2004 al 2009 Vice Sindaco
Dal 2009 al 2014 Sindaco
Si è dedicato al Comune con serietà e fermezza.
Ottobre 1991 si è adoperato per accogliere i primi 70 albanesi fuggiti dalla propria patria ospitati presso la casa alloggio di Colfano.
È stato il sindaco che insieme a Fedro Buscalerri ( Sindaco di Caldarola) ha contribuito alla nascita dell’istituto comprensivo “Simone De Magistris” di Caldarola per i 5 comuni ed è stato il primo che ha partecipato e dato l’avvio al Consorzio “CON.TURI.SPORT”.
Nei lavori pubblici, tra le altre cose, ha lavorato nella costruzione degli acquedotti a servizio delle contrade non tutte servite. Con il sisma del 1997 ha acquistato l’invenduto per ricostruire edifici ad uso strategico o per edilizia residenziale pubblica. Nel 1999 ha istituito il primo Gruppo comunale di Protezione Civile.

Giada Berdini
Author: Giada Berdini

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