Quella volta che feci perdere a don Lamberto l’amicizia con il Presidente della Repubblica

La scomparsa di don Pigini, sacerdote e grande imprenditore

di Maurizio Verdenelli

E lo ricordo ancora sull’oggetto del desiderio, un vero cult. Anche se questo era un termine ancora sconosciuto a quei tempi: i formidabili anni 60. Tuttavia quella chitarra scintillante, coloratissima avrebbe fatto parte per sempre, nel segno e nel nome di Eko, di un periodo d’oro del nostro dopoguerra. Il boom economico, la musica rock, il mito dei Beatles e dei Rolling Stoners imitatissimi anche in Italia da una miriade di complessivi. Apparteneva ad uno di questi, il nostro amico (morto ventenne) che da Perugia si era recato con i genitori a Recanati ad acquistare in fabbrica quella ‘fantastica’ Pigini Guitar, in una parola una Eko. Per noi ragazzi di quel decennio pieno di benessere ed aspettative, quel marchio da sola racchiudeva tutta Recanati, dove si stava spegnendo il mito di Gigli, erede del grande Caruso, ed ancora lungi dal tornar ad essere il natio Borgo selvaggio, del Conte Giacomo Leopardi di San Leopardo. O meglio del ‘Giovane Favoloso’ stando all’ultima visione aggiornata by Mario Martone, il regista di un film che ha ridato popolarità e fama contemporanea al grande poeta.

E ben ha fatto il fratello di Oliviero Pigini (il fondatore nel ’59 della fabbrica Eko) don Lamberto spentosi ieri all’ospedale di Civitanova Marche, a laicamente ‘battezzare’ Infinito alla nuova produzione d’eccellenza. Nel nome di quel Giovane, compagno di strada anche dei giovani di questo secolo, e della poesia immortale a 200 anni di quando ventenne Giacomo la scrisse.

L’ultima volta che ho visto don Lamberto, mentre scendeva dal Colle restaurato dal Fai, è stato, l’ottobre 2019 celebrandosi l’augusto anniversario, subito dopo la visita del Presidente Mattarella. La sua Audi8, scura, con autista, lo aspettava alla fine della leggera discesa. Un attimo di resipiscenza mi hanno impedito, quella volta, fatalmente l’ultima dopo tante altre, di andare a salutarlo. Avevo infatti il timore che quel sacerdote ed insieme geniale imprenditore recanatese, magari si fosse dimenticato di perdonarmi dopo tanti rimbrotti, negli ultimi oltre trent’anni. Da quando cioè gli avevo fatto perdere, involontariamente s’intende, un’amicizia cui teneva tanto: con un precedente Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro!

Era accaduto dunque che facendo visita ad una parente ammalata, don Lamberto le avesse raccontato della visita fatta a casa Scalfaro, cui lui era familiarmente ammesso da sempre. Lei era Vittorina Crucianelli Beccacece, figlia di Sante Crucianelli, ‘re’ delle fisarmoniche dopo soprani a Castelfidardo, imprenditore illuminato ed umanissimo (c’è una via a suo nome) tanto da sfidare il regime fascista concedendo di festeggiare il 1 Maggio ai suoi operai, e moglie di Ugo Beccacece, industriale nel ramo degli strumenti musicali a Castelnuovo di Recanati, birgo nativo di Beniamino Gigli. Con Oliviero Pigini una profonda amicizia familiare.
Fu proprio che da una delle case di campagna del cavalier Ugo, una domenica Pigini vide innalzarsi una colonna di fumo dalla sua fabbrica. La signora Vittorina, mia suocera, mi raccontò dunque di quella visita e di quel racconto del fratello di Oliviero…che riportai fedelmente ‘di spalla’ in cronaca di Macerata sul ‘Messaggero’, che dirigevo. La pubblicazione gettò nella più nera costrizione don Lamberto. Seguirono alcune comprensibilmente affrante telefonate, nel corso delle quali cercai di rincuocarlo affermando che il Presidente mai avrebbe letto una tale corrispondenza. Erano ancora lontani i tempi dell’online capace di raggiungere NY da Canicattì. Purtroppo mi sbagliavo: la Digos di Macerata ritagliò diligentemente quel mio articolo inviandolo al Quirinale. L’entourage familiare del Presidente non perdonò don Lamberto. Me ne diede notizia, addoloratissimo.

 

Che tuttavia continuò il suo luminoso percorso imprenditoriale. Partendo dai rivoluzionari fumetti in latino, che ebbero risonanza financo Internazionale, fondò un’importante realtà editoriale: Tecnostampa, Rotopress ed ancora altri fino al Gruppo Pigini. Senza dimenticare di dare nuova vita alla gloriosa fabbrica Eko, qualche anno dopo la chiusura. Un marchio poi celebrato a 60 anni dalla fondazione con un libro ed una cerimonia indimenticabile. Al centro della scena il mitico Shel Shapiro, il frontman dei Rokes che aveva lanciato le chitarre galattiche, dalle forme areodinamiche e spaziali, con quel marchio Eko che faceva sognare anche noi, ragazzini di Perugia ancora ignari di Giacomo Leopardi.
Ed ignaro che un giorno l’avrei combinata grossa a chi avrebbe dato seguito nel tempo a quel sogno nato in piena Beatlemania. L’ho capito ancora una volta, qualche mese fa, dal sorriso partecipe del nipote di don Lamberto, Giuseppe Casali, vicepresidente del Gruppo Pigini: “Per anni, a casa, se n’è parlato…

Giada Berdini
Author: Giada Berdini

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