SERIE C – Ieri mattina il dg Tubaldi si è visto con l’allenatore. Brodo allungato e nessun passo in avanti (nè indietro)
Tutto prevedibile. La Fermana e Stefano Protti si sono finalmente incontrati, rimanendo però su una certa distanza. Il confronto tra il tecnico e il dg Tubaldi è avvenuto ieri – mercoledì -. Si è tergiversato ancora, forse nascondendosi dietro ai problemi.
Per il mister, che ha un contratto fino al 2024 a cifre maggiori rispetto all’anno scorso (ma pur sempre esigue per la categoria), si è paventata l’ipotesi di dover rinunciare a benefit standard tipo vitto e alloggio. Non solo: si parla di un taglio sullo staff di collaboratori, alcuni dei quali “forestieri” (Cangini il vice e Miraglia il preparatore atletico) e dunque gravosi sui costi.
Protti ha ascoltato, ma non ha mollato. Altri, magari, si sarebbero già alzati dal tavolo. Stefano ancora no, per i suoi motivi. Affettivi, lavorativi, economici. Facendo un passettino indietro, qualche fibrillazione tra le parti c’è stata soprattutto sul finire della stagione. Rapporto in picchiata con il ds Andreatini – prossimo confermato? -, le frecciate di Tubaldi su obiettivi e minutaggio giovani, qualche intervista “spinta” che non ha fatto piacere al corpo dirigenziale e non solo (“La Fermana l’ho salvata io”, cit).
Però adesso è l’ora delle ultime riflessioni, perchè rompere definitivamente con Protti significherebbe creare un terremoto tecnico ma anche un dissesto economico. Protti, per la stagione 2023-24, andrebbe a guadagnare 35mila euro nette (58 lorde) – ingaggio salito di circa 10mila euro rispetto al primo anno da scommessa, cifre comunque minime ed è giusto scriverle per far capire -: anche la buonuscita da dare al tecnico per rompere il vincolo – in questi casi solitamente si tratta di tutto il netto – sarebbe pesantissima per il club che poi si troverebbe a dover comunque spendere di più sommando i costi di un altro allenatore.
La domanda finale è: chi mollerà per primo?
