Protti, il tempo passa e il dolore rimane: “Fermana ferita aperta, con la Sammaurese l’impresa più grande”

L’intervista a più di un anno dal burrascoso addio ai suoi canarini in C. Il mister pochi giorni fa si è salvato in D, assistendo da lontano al declino gialloblù


Stefano Protti, 57 anni, è stato un simbolo di Fermo. Due stagioni da calciatore, 26 reti e una promozione storica in C1 nel ’96. Due stagioni da allenatore in Lega Pro. 2022-23 frizzante e divertente. 2023-24 da vietato ai minori, con un esonero subito ancor prima di iniziare e un dietrofront societario quando il club ad ottobre capì di aver sbagliato tutto. “Ste” rimesso lì per catalizzare l’attenzione, ma dopo 2 vittorie in 23 turni ecco il secondo addio nel marzo 2024. Una separazione burrascosa. Per la prima volta, dopo quel giorno, mister Protti torna a parlare di quel che fu. Il dolore nell’anima ancora esiste, come pure il legame con la piazza. Nonostante tutto. Il tempo può curare le ferite, grazie anche alle soddisfazioni umane e professionali come la salvezza appena conquistata con la Sammaurese. Protti miracoloso nel girone D di Serie D, Fermana in Eccellenza.


Mister, in tema Fermana era rimasto in silenzio per più di un anno. Comprensibile…
“La delusione era stata tanta. Gli ultimi quindici giorni furono tremendi. La prima stagione (2022-23, post ripescaggio, ndr) fu fantastica, nonostante la tensione e i ritardi. Partimmo con 20 classe 2006, non si può dimenticare. E alla fine ci lamentammo per essere arrivati fuori dai playoff. Del campionato successivo, invece…”

Di quello ne parleremo tra poco. Intanto un passaggio sulla Fermana attuale. La società ha nuovamente dimostrato di essere inadeguata, senza riferimenti è impossibile far bene, non trova?
“Parliamo di Eccellenza, rimango tifoso della Fermana e pure stavolta abbiamo fatto ridere tutta Italia. Ai miei tempi la società era guidata da assicuratori e fantomatici direttori sportivi. Non capisco come possa tanta gente presentarsi ancora al campo. Senza soldi e senza competenze come fai? A Fermo c’era solo il pubblico che poteva dare una mano clamorosa. Anche ora ho visto di un discreto seguito, a qualcuno bisognerebbe dare una medaglia anche se non capisco perchè nessuno esiga spiegazioni concrete da questa proprietà (i Simoni, di cui volutamente non fa il nome, ndr). Dalla mia Romagna leggo che i proprietari possono vendere ma tenendosi una percentuale. Ancora loro dentro? Spero che la gente non becchi”.

Protti, parliamo anche delle cose belle. Nel 2022-23 la grande occasione dopo il ripescaggio. Una volta messa la marcia, spiccaste il volo salvandovi in carrozza e divertendo il pubblico.
“Un esordio per me bellissimo. Imbattuti col Cesena, il derby con l’Ancona vinto per 2-1 in casa, le due vittorie su due col Siena, quando i tifosi entrarono in albergo dopo quel 3-2 di Graziano. A livello personale pensai di poter sbocciare. Se fai 11esimo alla Fermana (a -3 dai playoff conquistati dalla Recanatese, ndr) significa che ci sono dei valori. Giocavamo veramente bene, in precedenza si tiravano i palloni in alto e si pregava. Abbiamo cambiato un po’ filosofia della Fermana, con i terzini alti, creando molto. Non lasciavamo mai il predominio agli altri. Fui felice di aver rivalutato tanti giocatori. Giandonato a Olbia e Misuraca a Bari l’anno prima non avevano giocato mai, Fisch lo riportai centravanti e riprese a segnare tanto. Qualcuno ha fatto carriera, Maggio e Romeo gonfiavano i palloni alla Pro Vercelli. Non c’è un pizzico di merito anche di Protti? Pure Parodi infortunato da anni lo ristrutturammo. Gkertsos è andato in A in Albania. Sono grandi soddisfazioni”.


Nel luglio seguente un esonero incomprensibile per “poca volontà del tecnico di portare avanti il progetto Fermana”, così si giustificò la società.
“Smacco incredibile. Il progetto in realtà non esisteva. L’idolo dei tifosi lo voleva fare l’assicuratore. Con Protti non era possibile. Dopo il primo campionato mi tolsero anche vitto e alloggio. L’unico serio era l’amministratore Vinicio Scheggia che si dovette piegare abbandonando. Era l’unica ancora della Fermana”.

A ottobre, però, via Bruniera: richiamarono lei e lei disse ok. Potesse tornare indietro, prenderebbe una decisione diversa?
“Tornai non tanto per non perdere i soldi. Quelli non sarebbero stati un problema essendo talmente pochi…. Direi ancora di sì perché avevo amore per la piazza, per la squadra e volevo fare un altro miracolo. Pensavo che potesse cambiare qualcosa a livello societario, invece no… C’era un ds incapace che oltretutto conoscevo (Galassi, ndr), che in estate mi chiese tutti i numeri di telefono dei dirigenti della Fermana per proporsi come consigliere. Quindici giorni dopo lui riuscì ad ottenere un posto in scrivania e io fui mandato a casa”.

A novembre, invece, rientrò da ds Andreatini – anche lui esonerato con lei a luglio – ma Galassi fu promosso dg. Non fu un controsenso?
“Posso dire che Andreatini è tornato grazie alla mia forzatura. Avevo riconoscenza nei suoi confronti perchè l’anno precedente a Fermo mi aveva chiamato e portato lì. I Simoni non avrebbero mai ripreso Max. Lui però conosce i giocatori e conosce la categoria. Da lui mi aspettavano un atteggiamento diverso quando la squadra andava male, ma ho dimenticato. C’è rispetto tra me e lui e mi dispiace che sia rimasto fermo senza avere la chance di ridimostrare ancora, come ho fatto io alla Sammaurese”.

Con Andreatini l’anno precedente un equivoco da chiarire. Lui parlava di playoff, lei di salvezza. Questione di pochi punti, non stavate dicendo cose esattamente opposte.
“Anche lì se ci fossero state guide a livello societario quell’equivoco non sarebbe successo. Eravamo tutti cani sciolti senza società, mancavano le fondamenta”.

Il viaggio per lei finì a marzo 2024: sabato il 2-2 con l’Olbia nello scontro diretto, martedì ad Ancona il mancato rosso a Saco e il ko. Quella sera al Del Conero il club si chiuse nel silenzio stampa. Se avesse potuto parlare, cosa avrebbe detto?
“Che nessuno poteva dire che la squadra non era con me, nonostante si scricchiolasse. Facemmo bene al Del Conero perdendo una gara incredibile. C’era malumore, vincendo con l’Olbia avremmo potuto farcela. Ogni giorno però non parlavamo di campo. Le settimane non erano mai tranquille ma piene di impicci extra calcio”.

L’indomani arrivò il comunicato. Furono dimissioni indotte fatte passare per un esonero? Lei, va detto, lasciò sul piatto dei soldi.
“Esattamente, un ennesimo smacco. Fu fatto passare il mio addio come un esonero ma in realtà questi signori non avevano potenzialità per pagarmi. Erano dei morti che galleggiavano. Ho fatto l’ultimo regalo alla Fermana rinunciando alla penale di 10mila euro che mi sarebbe stata versata all’istante in caso di esonero. Avrei avuto pure un anno automatico in più da 45mila euro netti in caso di salvezza, stralciai anche quello. Me ne andai io per il clima che si era creato. C’era stato una sorta accordo generale per farmi fuori, una contestazione pilotata dalla società, nell’ultima settimana al campo si presentavano sempre i soliti 10-20 tifosi, compreso un signore che poi è diventato dirigente. Dovevo andare via dal campo scortato verso Porto San Giorgio, non me lo sarei mai aspettato. Le contestazioni ci potevano stare, ma subire quella ferocia no. Fu peggio di una coltellata e capii che era ero di togliere il disturbo da quella che reputavo la mia casa. Nonostante tutto credevo che ci si potesse ancora salvare, ma la società parlava male dietro le quinte e qualche giocatore ha preferito accodarsi, compreso qualcuno che avevo risollevato l’anno prima quando faceva fatica a correre. Se mi sono poi chiarito con qualcuno della vecchia guardia? No. Mi aspettavo solo un atteggiamento diverso, forse non mi si perdonava l’essere amato dalla piazza”.

Come visse poi da spettatore l’ultima fase di campionato con Mosconi?
“Ero talmente avvilito che ho seguito non con disprezzo ma con fastidio le ultime otto gare, per non essermi riuscito a giocare tutte le carte. Sono convinto che certe vittorie, quelle che ridonarono speranza, le avrei centrate anche io…Peccato aver perso le ultime due gare che contavano”.

Rimane comunque il legame Protti-Fermana, saldo sin dai tempi della promozione in C1 nel ’96 quando era bomber e capitano…
“Spero che sia così, che un giorno risplenderà di nuovo il sole. E che quelle 1.200 persone possano riabbracciarmi. A Fermo rimangono tanti amici che sono sempre nel mio cuore”.

L’eurogol di Bunino – a Pesaro, 1-1 al 90’ il 20 novembre 2022 – puntellò la sua panchina facendo partire una stagione super…
“Fu una rete importante, stop di pezzo di Spedalieri e sinistro al volo di Bunino. Sì, quello ci diede lo sprint”.

La salvezza con tre giornate d’anticipo la ottenne battendo il Siena di Pagliuca, tecnico che ora si gioca la Serie A con la Juve Stabia. Che effetto le fa?
“Ho rincontrato mister Pagliuca un mese e mezzo a Coverciano in occasione di una premiazione, e lui mi ha detto: ‘Non esiste che tu sei in D ed io in B, non mollare perchè sei forte. Il calcio è strano’ “.

Non è comunque sopito il suo ardore, a Corticella ha festeggiato la salvezza ai playout della Sammaurese con occhi spiritati aggrappato alla recinzione come quella notte a Siena il 29 novembre 2022…
“Con una differenza. A Corticella mentre ero appeso dicevo ‘Ma dove avete la voce’. Avevamo 50 tifosi, non i 1500 di Fermo. In Serie D ho dimostrato di sapermi riadattare a tutte le situazioni, dimostrando umiltà. Ho preso una Sammaurese a 3 punti dopo 9 giornate, dopo 12 gare ne avevamo solo 4. Eravamo spacciati. Ai playout non abbiamo ricevuto un tiro in porta contro, nonostante molte difficoltà. E’ la più grande impresa da quando alleno. Ho accettato la sfida perchè avevo bisogno di una avventura forte, volevo far vedere che Protti c’è ancora. Ho rischiato tantissimo…”.

Con la Sammuarese, poche settimane fa, ha incontrato pure Ruben Dario Bolzan sulla panchina del Riccione. Cosa vi siete detti?
“Niente di speciale, solo l’in bocca al lupo. Dario è uno molto chiuso, era anche una partita decisiva e la tensione era tanta. Lui si sparava l’ultima cartuccia ed io dovevo vincere. E’ un lavoratore serio e leale, mi auguro il meglio per lui e mi dispiace che abbia preso due batoste ravvicinate con Fermana e United Riccione”.

E invece per lei cosa si augura dal futuro?
“Di trovare una squadra dove possa fare solo l’allenatore, con il fischietto e con il cronometro. Se non dovesse esserci, piuttosto vado a spasso con i miei cani…”.


L’ESULTANZA IN SIENA 2-3 FERMANA IN SERIE C IL 29 NOVEMBRE 2022

L’ESULTANZA IN CORTICELLA 0-2 SAMMAURESE IN SERIE D DOMENICA SCORSA











 


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