Pronto soccorso in sofferenza, Fiordelmondo: “Serve una risposta immediata”

La situazione è stata vista anche in prima persona da Dino Latini, presidente del Consiglio Regionale

Pronto soccorso di Jesi quasi allo stremo. Pazienti che rimangono in attesa per ore e ambulanze intasate. Una criticità che sta andando avanti da diverso tempo messa ancora più in difficoltà con la stagione estiva. I malati che arrivano al pronto soccorso si ritrovano per tante ore in stallo senza sapere dove saranno collocati e quando saranno visitati. La situazione è stata vista anche in prima persona da Dino Latini, presidente del Consiglio Regionale, che con un post su Facebook ha scritto: “Traspare evidente la difficoltà di sopportare per tanto tempo l’afflusso massiccio di pazienti e l’impossibilità di dare loro una risposta efficiente, destinandoli appena possibile ai reparti di competenza. Il pronto soccorso di Jesi va tutelato e rafforzato. Inoltre, è necessario pensare a come attirare giovani medici specializzandi affinché scelgano di lavorare, o anche solo di fare pratica, nei reparti di pronto soccorso come quello di Jesi”.

A questa segue la risposta del sindaco di Jesi, Lorenzo Fiordelmondo. “Rispetto alle criticità e al disagio che io stesso ho raccolto lunedì scorso all’ospedale Carlo Urbani, mi appello alla politica regionale affinché venga data una risposta seria, adeguata e strutturata a uno scenario che si manifesta non di rado poiché è evidente che il Pronto soccorso di Jesi si trova a operare senza l’adeguato supporto territoriale – ha detto il primo cittadino – ringrazio il presidente Dino Latini, al quale ho chiesto un incontro, per il sostegno che mi ha personalmente manifestato. Voglio sottolineare che l’emergenza ha bisogno di una reazione immediata servono più risorse mediche e sanitarie, la piena disponibilità dei posti letto ospedalieri e delle residenze assistenziali protette. Il Pronto soccorso non è un reparto, ma è il luogo deputato esclusivamente per dare risposte alle emergenze”.

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