Il leader difensivo dell’Osimana insegna attività motoria nelle scuole primarie di Recanati
Domare gli attaccanti avversari è il suo mestiere sul terreno di gioco sin da quando ha iniziato la sua carriera di calciatore: “E’ molto più difficile tenere a bada i bambini”, esordisce sorridendo il difensore dell’Osimana Luca Patrizi che nella vita si occupa di insegnare attività motoria nelle scuole primarie di Recanati. “Quest’anno – racconta Luca – seguo 15 classi in tre scuole di Recanati, lavorando con circa trecento bambini. Gli alunni per un’ora a settimana hanno la possibilità di dedicarsi ad un’attività principalmente impostata sul gioco, perché è un canale sul quale i bambini riescono a sintonizzarsi con maggior partecipazione e attraverso cui si sviluppano le attività coordinative e gli schemi motori di base”
Dopo aver conseguito nel 2012 il diploma triennale in Scienze Motorie, Patrizi ha iniziato subito a lavorare con le scuole primarie di Recanati e, per un periodo anche di Macerata, attraverso i progetti del CONI, proseguendo contemporaneamente gli studi fino a raggiungere la Laurea Magistrale nel 2019: “Cerco ogni mese di introdurre uno sport diverso dal calcio al basket, dalla ginnastica artistica, al tennis in base anche all’interesse che riesco a percepire, anche per permettere loro di approcciarsi alle varie discipline in modo di avere gli elementi giusti per scoprire quale percorso sportivo preferiscono intraprendere.”
Il suo lavoro lo ha naturalmente portato a collaborare col settore giovanile giallorosso dell’Osimana mettendo a disposizione la sua esperienza, dopo aver iniziato da giovanissimo a indossare un’altra maglia degli stessi colori, quelli della Recanatese, squadra della sua città, che ha vestito per molti anni ricoprendo anche i gradi di capitano. Patrizi ha poi indossato la casacca prima della Sangiustese ritrovando dal 2020 ancora il giallorosso, stavolta quello osimano, oltre alla breve parentesi all’Anconitana, nella stagione interrotta e poi conclusa in forma ridotta a causa della pandemia.
Essere rimasto a ottimi livelli per tante stagioni gli ha procurato una discreta notorietà non solo con i suoi allievi: “Fa molto piacere che i bambini che vengono allo stadio, poi ritrovandosi a scuola ti riconoscano, rende anche più facile l’approccio ed il rapporto. Capita poi di trovare anche genitori che seguono il calcio dilettantistico con i quali si possono anche scambiare battute e osservazioni su quanto accaduto sul campo la domenica prima e sull’andamento del campionato. Trovo che questo sia un aspetto molto gratificante – conclude Luca – nel legame tra le due sfere”.
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