Abbiamo parlato con il responsabile tecnico Silvestre Capparuccia
L’imminente fine delle vacanze estive coincide per i giovani studenti al ritorno con i pensieri agli impegni scolastici, a prepararsi a sedersi di nuovo tra i banchi con i compagni. Prima di riprendere in mano i libri per i ragazzi si riaprono anche i cancelli dei campi di calcio iniziando da subito l’attività sportiva come a Porto Recanati. “Siamo partiti la scorsa settimana con l’attività per tutte le fasce di età – inizia Silvestre Capparuccia, responsabile tecnico del settore giovanile del Porto Recanati – quest’anno potremo tornare ad avere tutte le categorie riuscendo anche a fare gli Allievi Cadetti, avremo quindi tutte le annate complete, dai primi calci alla Juniores e questo per noi è un traguardo molto importante”.
Tracciando il bilancio della stagione passata mister Capparuccia spiega come nella società portorecanatese viene interpretato il modo di preparare i ragazzi nel loro percorso sportivo “L’annata è stata molto positiva, abbiamo volutamente scelto di far giocare in tutte le categorie i ragazzi sotto età perché riteniamo sia il modo migliore di farli crescere, dare l’esperienza di giocare con i più grandi. Gli Allievi in ogni caso hanno vinto il Campionato Provinciale che è stato un premio al percorso iniziato l’anno scorso, sempre sotto età con i 2007, ma come ricordo sempre a loro, non sono le vittorie dei campionati che sono un premio ai loro sacrifici, ma la cosa più importante è la crescita, il valore dello sport, la comprensione delle regole, portarli il più possibile al campo sportivo ed evitare i rischi che potrebbero correre in altri contesti, sotto questo punto di vista i numeri ci confortano perché siamo in costante crescita”.


Un marchio incontestabile per i Porto Recanati è quello di sviluppare le caratteristiche tecniche e tattiche dei ragazzi con grande attenzione, metodo che, anche per i colori sociali, l’arancione, richiama inevitabilmente l’Olanda e il suo modo di approcciarsi al gioco del calcio. “Cerchiamo di preparare i ragazzi con l’obiettivo di permettere loro di non smettere finché non lo decidono per volontà propria, dando quindi loro modo di essere all’altezza delle categorie – ci spiega Capparuccia – che le loro capacità gli consentono e questo passa attraverso la nostra filosofia di calcio, la nostra idea di questo sport, giocando un calcio propositivo, che non è detto che sia la migliore, ma è la nostra identità che si riconosce in tutte le annate del Porto Recanati. Se poi ci sono ragazzi che hanno qualità evidenti siamo felici di permettergli di misurarsi a livelli più alti e come l’anno scorso anche quest’anno avremo nostri tesserati che raggiungeranno squadre importanti. Continuiamo quindi su questa strada, che con il responsabile della dirigenza Domenico Giri e tutta la società condividiamo con convinzione”.


Una tradizione calcistica consolidata da decenni quella del Porto Recanati che però non dimentica l’importante ruolo socio-educativo che svolge soprattutto in una realtà cittadina che dal punto di vista demografico ha subito cambiamenti maggiori che nelle zone limitrofe. ”Trovare tecnici che siano capaci di dare la formazione che vogliamo non è facile con i valori, i metodi e le regole che intendiamo portare avanti. A questi livelli bisogna calarsi nella realtà del paese in cui si sta svolgendo questo impegno e per me è una delle cose più belle che si può dare è vedere la possibilità di incidere socialmente nei ragazzi, insegnare loro a condividere, a rispettare le regole, a stare insieme, per questo pensiamo – conclude Silvestre – che fare selezione a questo livello non abbia molto senso. I nostri sforzi ci danno ragione perché quest’anno sono stati inseriti nella rosa della prima squadra nove ragazzi del vivaio tra 2005, 2006 e 2007 e questo è frutto del lavoro di questi anni e proveremo a continuare dare questo importante contributo al Porto Recanati”.

