Le parole del candidato sindato di “Laboratorio Civico”
di Maikol Di Stefano
“La bonifica della FIM è una priorità del nostro programma elettorale insieme al decoro urbano, la sicurezza e la valorizzazione degli spazi aperti, del verde e l’incremento delle infrastrutture per la mobilità dolce. Il tutto è stato ampiamente mostrato in sede di tavolo di confronto alle altre forze politiche di opposizione con cui si è voluto intraprendere un percorso comune e come esplicitato più volte in sede di consiglio comunale dai nostri 2 consiglieri comunali nei 5 anni passati”. Su una delle questioni più “storiche” di Porto Sant’Elpidio si esprime il Laboratorio Civico tramite il suo candidato sindaco, Gianvittorio Battilà.
“Il Laboratorio Civico non vuole tanto concentrarsi sul pro o contro all’abbattimento della cattedrale poiché su questo enti sovracomunali devono esprimersi, piuttosto si meraviglia che non ci sia ancora stata un’azione forte da parte delle amministrazioni a tutela della salute pubblica per un’area di 73mila metri quadri prospicente l’Adriatico, posta in pieno centro abitato, confinante col popoloso quartiere di Borgo Novo, perché potrebbe essere pericolosa per la salute pubblica e perché è un’area fondamentale per una città a vocazione turistica”. La questione della ex FIM oramai è risaputa anche dai muri delle abitazioni cittadine, il processo di bonifica è andato a singhiozzo a più riprese. La rinomata “cattedrale” del cui futuro non vi è certezza è argomento di discussione, così come il progetto urbanistico di riqualifica fra metri che vanno destinati al pubblico e altri al privato fra residenziale e commerciale. “E’ inconcepibile dopo 30 anni essere ancora fermi e avere un’area del genere sotto ostaggio. – prosegue Gian Vittorio Battilà – I madornali errori dell’amministrazione sono evidenti: piano di rientro per i due milioni circa dei crediti di Imu e la Tari, la mancata escussione della fideiussione in capo alla cattedrale, i 20mila mq demaniali, dove potevano intanto insistere dei parcheggi per i fruitori della spiaggia, bloccati dalle opere di bonifica concesse al privato”.
Inoltre, il candidato sindaco dice anche la propria su come avrebbe agito se, in questi anni, fosse stato all’interno dell’amministrazione. “Personalmente come amministratore avrei dato una scadenza certa e investito poco tempo in più e risorse per coinvolgere molteplici università all’avanguardia sul tema e attraverso un tavolo congiunto di confronto avrei tentato di capire quali fossero le tecniche moderne più adatte per eventuale garanzia per la sicurezza strutturale e la bonifica ambientale, nel caso non fosse stato possibile mi sarei posto parte lesa anche verso gli enti sovracomunali e il privato. – conclude Battilà – Una buona amministrazione deve lavorare per la massima collaborazione tra gli enti pubblici ed il privato, tanto più per la bonifica di un sito contaminato di interesse regionale e/o nazionale ma poi deve necessariamente intervenire senza schierarsi. Il laboratorio civico da sempre sostiene che una possibile soluzione è la revoca delle previsioni urbanistiche per inadempimento e attivazione dell’iter di confisca o esproprio per motivi di tutela della salute pubblica. Il comune e non il privato deve essere il regista per questa area strategica per il territorio e puntare al recepimento di fondi proprio a questo scopo. Abbiamo atteso troppo”.